Chiusura scuola Quiesa, all’assemblea è scontro politico

16 luglio 2019 | 10:13
Share0
Chiusura scuola Quiesa, all’assemblea è scontro politico

Dopo l’annuncio della chiusura della scuola elementare di Quiesa è arrivato il momento del confronto. Ieri (15 luglio) alle 18,30 nell’auditorium della scuola media di Massarosa, le autorità comunali e i genitori dei ragazzi hanno discusso sulle sorti e sulle cause di una tale decisione. I tecnici che di recente hanno controllato la struttura scolastica hanno infatti rilevato un grave stato di pericolosità, dando l’obbligo all’amministrazione di chiudere la scuola. Il sindaco Alberto Coluccini, lo scorso 12 luglio, non ha potuto far altro che emanare l’ordinanza di chiusura dell’edificio.

Per mettere in regola la struttura serviranno fondi e tempo, e non basteranno i 900mila euro reperiti dalla precedente amministrazione, dato che la situazione è risultata più drammatica di quanto preventivato dall’ex sindaco Franco Mungai. Così durante l’assemblea indetta dall’amministrazione per illustrare le novità e le soluzioni della San Giovanni Bosco, non si sono risparmiate le accuse politiche. “Vengo accusato di una serie di inadempienze, tanto da ventilare un esposto in procura a mio carico per aver fatto stare i ragazzi a scuola quando avrei saputo che era staticamente pericolosa – spiega Franco Mungai -. La cosa è falsa perché era stato incaricato l’ingegnere Favilla di fare una verifica sulla vulnerabilità sismica dell’edificio e di tutti gli accertamenti ed i progetti conseguenti. Che la scuola non fosse adeguata da un punto di vista sismico si sapeva, a Massarosa su 21 scuole solo due lo sono. Ma che fosse pericolosa da un punto di vista statico è emerso per la prima volta nella comunicazione dell’11 luglio – si giustifica l’ex sindaco di Massarosa -. Mi dicono di non aver sgombrato l’edificio perché staticamente pericoloso: non è vero perché nessuno me lo aveva comunicato precedentemente. Mi dicono di non aver fatto nulla per la manutenzione, quando nel 2009 ho consolidato i solai per lo sfondellamento delle bricche, ho rifatto completamente il tetto con una spesa di 250 mila euro e nel 2018 ho cambiato la caldaia. Mi dicono che ho affermato che l’edificio era a norma: non è vero, ho detto che anche se gli intonaci non erano perfetti non influiva sulla statica dell’edificio. Mi dicono che non ho fatto niente per reperire risorse: non è vero, ho ottenuto un contributo di 400 mila euro dalla Fondazione Crlu, 360 mila euro dalla Regione Toscana e stanziato 140 mila euro dal bilancio comunale per un totale di 900 mila euro, importo che la stessa attuale maggioranza qualche giorno fa ha confermato di aver trovato in cassa. Dicono che gli importi sono insufficienti per l’intervento: a parere dei tecnici intervenuti all’assemblea pubblica di ieri, sono abbastanza per il miglioramento statico e l’efficientamento energetico”. L’ex sindaco Mungai ribadisce le sue posizioni, ricorda le decisioni prese durante il suo incarico e invita la nuova giunta ad agire per la collettività lasciando da parte gli slogan politici. “Non ho fatto nessun ordine di chiusura della scuola perché nessuno dei tecnici sia esterni che interni al comune mi ha comunicato che esistesse un pericolo statico imminente, prima dell’11 luglio quando io non era già più sindaco – continua Mungai -. Nel passato ho fatto un’ordinanza per l’asilo di Stiava che presentava pericoli di ordine igienico sanitario, pensano che se avessi avuto sentore di un pericolo per Quiesa non l’avrei fatta chiudere?. La politica urlata, degli slogan, del pressappochismo non premia, i cittadini hanno eletto i loro rappresentanti perché fossero al servizio della collettività per il bene comune e si aspettano che lavorino per risolvere i loro problemi”. Il confronto politico ha poi preso il sopravvento, suscitando polemiche da parte di alcuni genitori ed esponenti di movimenti politici.
“Quella che doveva essere una riunione in cui si spiegavano l problematiche che hanno portato alla decisione di chiudere la scuola elementare e materna di Quiesa, dando spazio ai dubbi e alle domande dei genitori, si è trasformata ad un certo punto in un assurdo confronto politico tra vecchi sindaci che si rinfacciavano l’un l’altro meriti e demeriti dell’operato sulla scuola – afferma Denise Fruzzetti, portavoce di CasaPound per Massarosa-. Un intermezzo fuori luogo che ha creato non pochi scontenti tra i genitori stessi, preoccupati per la scuola e per i propri figli e che hanno assistito invece ai soliti rimpalli di responsabilità tra politici. Riteniamo – continua Fruzzetti – che la miglior soluzione per i genitori sia quella di costituire un comitato, così da poter avere un soggetto unitario e compatto di pressione sulla politica e di costante monitoraggio delle azioni messe in campo per la scuola di Quiesa. Un comitato può avvalersi di tecnici esterni, richiedere pareri a professionisti ed esperti, sollevare in modo più forte l’opinione pubblica. Stiamo parlando della sicurezza e del futuro dei nostri figli. Non possiamo lasciare tutto in balia di promesse, finanziamenti, probabilità o, peggio, colori politici. Bisogna agire con un unico obbiettivo in testa: fare in modo che la scuola di Quiesa non diventi un ricordo del passato.”