Tra metafora e racconto sociale, la mostra di Lunardi al Gamc

28 novembre 2019 | 15:51
Share0
Tra metafora e racconto sociale, la mostra di Lunardi al Gamc

Alla Gamc di Viareggio, resterà in mostra fino a gennaio 2020 Tra metafora e racconto sociale, la prima antologica del video artista Marcantonio Lunardi. Inaugurata lo scorso 12 ottobre, la mostra, organizzata da Oxogallery, in collaborazione al Comune di Viareggio, conta oltre cinquanta opere, tra video, fotografie e bozzetti preparatori, riassumendo gli ultimi dieci anni di ricerca dell’artista illustrandone il cammino di sperimentazione video e di narrazione socio-politica.

Il percorso si apre con una sala introduttiva al tema della videoarte in Italia, dove sono in esposizione una selezione di opere di videoartisti, in relazione di scambio e reciproca contaminazione con Lunardi, rappresentanti di alcuni filoni dell’evoluzione dell’immagine in movimento, negli ultimi anni in continuo divenire, per comprendere le trasformazioni dei linguaggi e degli stili attraverso cui prendono forma le principali tendenze della videoarte oggi. Dall’animazione digitale alla rielaborazione filmica del reale, dall’approccio concettuale fino alle più recenti espressioni degli aspetti performativi e corporei. Una sezione atipica, ma propedeutica alla comprensione del contesto creativo e intellettuale in cui si muove l’artista, introdotta criticamente dalla professoressa Silvia Grandi dell’università di Bologna, la quale sarà protagonista dell’incontro di domenica primo dicembre alle 17, per parlarci del progetto di ricerca Videoart yearbook, di cui è responsabile.
Questa sala lascia il passo al progetto Sanctuary, sviluppato con Oxo gallery, di cui è esposto il video e alcune opere fotografiche ad esso riferite, che compongono una narrazione di quelle attività produttive, che con il tempo sono divenute rare e rischiano l’estinzione, invitando alla riflessione sulla reale efficacia delle operazioni di salvataggio per mantenerle ancora in vita, conservarle, vista l’avanzata di un’economia aggressiva, che livella la produzione uniformandola nei costi e nei prodotti e decretando la fine della diversità geografica, etnografica e antropologica.
Successivamente incontriamo le serie di fotografie dei racconti al femminile, dove protagonista è il corpo della donna, che segnato da tracce, attraverso la luce che lo investe, racconta storie in cui tutti noi potremmo immedesimarci. Proseguiamo con i tre lavori video della Trilogia della Decadenza, realizzati tra il 2011 e 2012 con sguardo lucido e sensibilmente analitico, concentrato sulle mutazioni avvenute in Italia durante il periodo berlusconiano: Laboratoire Italie (Italia, 2011, 2’16”), Suspension (Italia, 2011, 2’24”) e Last21days (Italia, 2012, 5’), che rappresentano un canto di dolore e liberazione personale dell’artista, sconvolto dal degrado di un paese sottoposto alla comunicazione subdola e infima di un sistema mediatico compatto, manipolato dalle logiche del sistema politico ed editoriale messo in piedi da Berlusconi. Ci ritroviamo poi in una piccola saletta adibita a manifestazione del processo creativo dell’artista, attraverso l’esposizione ordinata di tutta una cospicua serie di disegni preparatori ad alcuni tra i più importanti progetti video realizzati dal 2013 ad oggi, come The Choir, 360 New world e The Idol.
Il percorso espositivo si chiude con il progetto Industrial, una serie fotografica digitale, in cui l’artista, attraverso l’esplorazione di contesti reali e la sperimentazione del punto di vista in ambito virtuale, grazie ai nuovi software come Google Earth, naviga nella traduzione digitale di paesaggi di frontiera osservandoli con la sua net-camera e, sfruttando quelli che sono gli errori di traduzione 3D del software per la generazione degli scenari tridimensionali, opera una restituzione di atmosfere sintomatiche alla comprensione della situazione contemporanea del paesaggio urbano, con cui ci scontriamo quotidianamente. Per concludere in bellezza il quadro monografico dell’artista, si accede infine alla sezione dedicata a tutta la produzione video dell’autore dal 2011 al 2019.
(Testi critici di: Silvia Grandi, Ilaria Sabbatini, Lorenzo Gasparrini, Elena Marcheschi e Alessandra Ioalé)