Lavarone, il Consorzio: “Disponibili a collaborare per risolvere il problema”

L’ente però si smarca: “Nessuna competenza e soprattutto nessuna responsabilità”
Lavarone, il Consorzio di Bonifica si mette a disposizione per collaborare con gli enti competenti. “Seppur sia evidente la totale estraneità del Consorzio alla specifica problematica – si spiega in una nota -, teniamo a ribadire che il nostro Ente è sempre disponibile alla collaborazione e alla messa in campo di sinergie per il comune fine di gestire, vivere, operare in un territorio sicuro e bello. Una collaborazione che richiede, però, una chiarezza preliminare in merito a presunte e non fondate responsabilità attribuite all’Ente consortile per la questione della formazione del lavarone, senza la quale ogni collaborazione finirebbe per esserne inficiata”.
“Il Consorzio non ha alcuna responsabilità nella formazione del lavarone, quanto ritrovato sulle spiagge non è affatto riconducibile alla nostra attività di manutenzione – ribadisce l’Ente consortile, nella sua missiva –. E’ storicamente assodato che la formazione di tale materiale sulle spiagge è da sempre avvenuta, ben prima della nascita del Consorzi di Bonifica, in quanto fatto naturale; e, a conferma di ciò, anche quest’anno, come tutti gli anni, ben prima dell’inizio delle attività di manutenzione del Consorzio, erano già presenti sul litorale quantità enormi di lavarone, che non potevano quindi essere certo attribuite alla nostra attività manutentiva. E anche lo studio scientifico, che abbiamo commissionato nel 2019 e che è stato integrato quest’anno, per verificare proprio l’origine del lavarone, dimostra la nostra estraneità”.
“La conferma inequivocabile che è un fatto naturale si ha proprio dall’evento alluvionale che si è abbattuto in questi giorni nel nostro comprensorio: basta guardare le immagini dei fiumi in piena, dei ponti occlusi da centinaia di tronchi, per vedere con quale enorme forza la corrente strappa tronchi, alberi, erba dalle sponde e le trascina al mare. Altro che i trattori del Consorzio di bonifica – prosegue adesso l’Ente consortile -. Capiamo perfettamente le difficoltà che i balneari, come tutte gli esercenti economici, stanno vivendo in questa fase di crisi dovuta al Covid. Anche per questo, il Consorzio ribadisce, come ha sempre fatto, la sua piena disponibilità a collaborare, in tutti i modi e le forme possibili. La sinergia, però, deve essere nella verità e nella correttezza. Sul tema del lavarone, è impensabile imputare all’Ente consortile responsabilità, che in realtà non ha. Non solo tali affermazioni sono ingiuste: non capire la reale portata del problema, rischia soprattutto di rinviare ulteriormente la capacità di trovare finalmente soluzioni ancora più efficaci. Al contrario il Consorzio, attraverso l’iniziativa “salviamo le tartarughe marine”, assieme alle associazioni di volontariato, raccoglie ogni anno decine di quintali di rifiuti urbani dalla sponde che finirebbero in mare. Inoltre, con suoi impianti sgrigliatori alle idrovore, il Consorzio ogni anno riesce a trattenere (evitando quindi che finiscano in mare e in spiaggia) migliaia di quintali di rifiuti, accollandosi a pieno l’onere economico dello smaltimento. Ciò significa che, insieme, non possiamo fare ancora di più e di meglio? Affatto. Dobbiamo però renderci conto che evitare le strumentali polemiche, rappresenta il primo passo per strutturare soluzioni condivise. Il Consorzio, ad esempio, ha già fornito la sua piena disponibilità a lavorare alle ipotesi di costruzione di impianti per produrre compost dal lavarone. Quindi la nostra proposta è: evitiamo per favore i facili scaricabarili; avviamo invece una collaborazione seria ed oggettiva, per il bene esclusivo del nostro territorio e di tutti i cittadini”.