Piscina di Viareggio, Servetti risponde a Paci: “Sono questioni tecniche e vanno capite”

L’assessora al bilancio chiarisce i passaggi messi in discussione dalla candidata sindaca
Va avanti il botta e risposta tra l’assessora al bilancio Laura Servetti e la candidata civica alle amministrative per il centrodestra Barbara Paci sulla questione della piscina di Viareggio.
“Apprendo con piacere che la signora Paci ha letto la giurisprudenza da me citata – spiega Servetti -. E’ però evidente che fra leggere e capire c’è differenza, perché non sembra ancora avere chiaro il quadro. Non mi stupisce affatto, perché come ho già detto e lo ripeto, la questione è molto tecnica e non basta copiare qualche post su Facebook per entrare nel merito. Ma quando leggo che della Patrimonio ‘il Comune era titolare di una rilevante quota di partecipazione’ cado proprio dalla sedia. Il Comune era interamente proprietario. La Patrimonio era una società in house providing“.
“In merito alla mia affermazione ‘noi non c’eravamo’ – va avanti l’assessora al bilancio -: esistono tempi tecnici stretti, fissati dal codice di procedura civile, per presentare eventuale opposizione ai decreti ingiuntivi ed ai conseguenti precetti. Quindi piaccia o meno: no, noi non c’eravamo. E quando siamo arrivati non potevamo più fare niente in merito. ‘Il Comune non si è opposto all’istanza di fallimento’, ovvio. A fronte della situazione economico patrimoniale della Società Viareggio Patrimonio, al liquidatore non rimaneva altra scelta che presentare l’istanza di fallimento in proprio e la cassazione ritiene non decisiva la volontà espressa al riguardo dai soci. Mi spiego meglio: la decisione dei soci di non voler presentare domanda di autofallimento della società, non ha rilievo alcuno per il liquidatore, dal momento che esso deve assumere tale decisione in piena autonomia, senza soggiacere alla determinazione adottata dai soci. Ribadisco e lo sottolineo: i liquidatori sono responsabili penalmente, rischiano la bancarotta”.
“Paci aggiunge poi che il Comune non ha posto in essere ‘iniziative dirette ad accertare eventuali responsabilità nei confronti di coloro che amministravano la società’ – prosegue Servetti -. Mi si permetta una precisazione perché qui la Legge Fallimentare è molto chiara (art 33): il curatore, entro sessanta giorni dalla dichiarazione di fallimento, deve presentare al giudice delegato una relazione particolareggiata sulle cause e circostanze del fallimento, sulla diligenza spiegata dal fallito nell’esercizio dell’impresa, sulla responsabilità del fallito o di altri e su quanto può interessare anche ai fini delle indagini preliminari in sede penale. Il contenuto della relazione del curatore è molto importante sotto diversi aspetti, potendo rivelare, ad esempio, responsabilità penali del fallito o di altri. Copia di essa è trasmessa al pubblico ministero. Per la teoria della separazione dei poteri, ripreso dalla nostra Carta Costituzionale, ogni funzione pubblica è attribuita ad un potere distinto. In sostanza, spetta agli organi giudiziari, e non al sindaco, valutare se sussistono i presupposti per un’azione di responsabilità sia in ambito civile che penale nei confronti di chi ha amministrato la Viareggio Patrimonio“.
“Infine, ed è quello che più mi addolora, leggo che questa amministrazione avrebbe abbandonato ‘la Viareggio Patrimonio al suo destino’. Le società non sono solo nomi o libri contabili. Sono fatte di persone, uomini e donne che tra mille difficoltà ogni giorno le portano avanti – conclude Servetti -. Ma lei, signora Paci, sa che dei 71 dipendenti (compresi quelli della Viareggio Versilia Congressi) nessuno è rimasto senza posto di lavoro? Sa quanto impegno, competenza, tempo ci sono voluti per salvaguardare uno per uno tutti i dipendenti? Sono una persona umile per natura: accetto critiche e osservazioni. Tuttavia la falsa modestia non mi appartiene: con le mie precisazioni di ieri le avevo dato una buona occasione per parlare di altri temi, quali che siano, dove lei è più ferrata. Ultima cosa, ma tengo a precisarlo perché sono figlia di un operaio e nipote di un partigiano: non prendo ‘lezioni di Sinistra’ dalla candidata della Lega”.