I segreti delle Alpi Apuane: l’artista viareggina Nadine interpreta il satiro Mezzacapra in un carboncino

25 ottobre 2020 | 17:10
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I segreti delle Alpi Apuane: l’artista viareggina Nadine interpreta il satiro Mezzacapra in un carboncino

Secondo la tradizione la catena montuosa del Subappennino toscano viene eletta a propria dimora dalla figura mitologica

I segreti delle Alpi Apuane: l’artista Nadine interpreta il satiro Mezzacapra in un carboncino.

Ruvide e sincere, le Alpi Apuane custodiscono molteplici segreti e ne rivelano – seppur soltanto una scheggia – a chi cerca di indagarli e interpretarli attraverso l’arte.

Secondo la tradizione proprio la catena montuosa del Subappennino toscano viene eletta a propria dimora da Mezzacapra, un piccolo satiro che non ama il contatto con gli uomini, in una sorta di distanziamento sociale volontario e ante-litteram.

Sorveglierebbe – infatti – in perfetta solitudine l’attività dei lavoratori del marmo sulla Pania e sui monti limitrofi e si manifesterebbe – talvolta – con i suoi rapidissimi spostamenti, caratterizzati da immensi balzi fra una vetta e l’altra.

Laura Lorenzini, molto legata alla terra apuana per aver trascorso gran parte della propria infanzia a Carrara – dopo aver dedicato al Linchetto uno dei suoi carboncini – rappresenta Mezzacapra in tutta la sua unicità, disegnandolo di lato, mentre accenna a camminare.

Il satiro delle Apuane – rivestito di peli dalla testa alle zampe, fino alla coda – ha il braccio destro leggermente sollevato e la mano alzata al livello del petto, che non cela davvero le unghie piuttosto lunghe. La sua bocca è aperta, con la lingua protesa in fuori, il naso rotondo, la fronte sporgente. Il suo occhio guarda avanti tranquillo, quasi a rassicurare che il satiro sarà sempre lì a proteggere gli umani e il loro affaticarsi nel lavoro e nella vita di ogni giorno.

Nadine (Viareggio, 1988) sviluppa la sua vocazione artistica legata ad immagini mitiche ed esoteriche, a leggende popolari e alla natura. Predilige la tecnica del carboncino su carta per immortalare frammenti di quell’eternità che hanno i miti.

Disegna opere come La Sirena Apuana, in omaggio al mito della Sirena del fiume Carrione di Carrara, La Sirena di Viareggio, La magia della Luna, ovvero la leggenda del vampiro di Birmingham, L’incantatricd.

Recentemente la sua ricerca l’ha condotta ad approfondire – oltre ai miti delle Apuane – leggende e miti delle terre di Arezzo e del Casentino, come La Chimera di Arezzo, opera che fa seguito alla rara interpretazione della contessa Matelda dei Conti Guidi di Poppi raffigurata con il volto a metà per i suoi tormenti.