Lutto nel mondo del Carnevale, Viareggio piange la morte del carrista Franco Malfatti



Una morte prematura: il mago della cartapesta se ne è andato a soli 56 anni.
Lutto nel mondo dei coriandoli. Viareggio e il Carnevale piangono la scomparsa, improvvisa, del maestro carrista Franco Mallfatti. Una morte prematura, il mago della cartapesta se ne è andato a soli 56 anni.
Ad annunciare la morte di Malfatti è la stessa Fondazione Carnevale con gli artisti della Cittadella.
All’ultima edizione del Carnevale, quella del 2020, sua l’opera, tra i carri di seconda categoria, Giù le mani(dai bambini). Era stato questo il monito che l’autore aveva lanciato con la sua costruzione. In un paese civile – osservava – l’affido dei minori deve essere una missione irrinunciabile, da condurre in modo ineccepibile e deve tutelare anche le loro famiglie. Ma succede che in più di un caso, per interessi economici, il diavolo ci metta lo zampino.
Franco Malfatti ha vinto due volte in prima categoria e numerosi premi nelle categorie inferiori. È sempre stato considerato il carrista filosofo per i temi scelti per le sue costruzioni. Ha mosso i primi passi nel mondo della cartapesta al fianco del grande carrista Sergio Baroni. La sua prima esperienza da collaboratore fu per il carro fuori concorso del 1982 È arrivato con il sole e con l’amor dal mare firmato dalla coppia Sergio Baroni e Renato Verlanti. Ha frequentato la scuola della cartapesta e debuttato come autore di una propria maschera isolata nel 1985. La mascherata si intitolata I lupi di mare. Il passaggio alla seconda categoria è del 1990. Il primo successo è del 1993. Con Sporco mondo arriva secondo e sfiora il passaggio in prima categoria. Promozione che arriva al termine del biennio successivo. In prima categoria il primo successo è del 1999 quando propone un carro dal tema difficile: la pena di morte. Realizza una gigantesca sedia elettrica in cui è sistemato uno scheletro. Il carro, dal titolo Alta tensione, arriva secondo. La vittoria invece l’ottiene nel 2001 con Le rovine d’Italia. Vince di nuovo nel 2008 con la bellissima torre double-faces di Sortilegio.
Nato il 5 febbraio 1964 Franco Malfatti ha vissuto il Carnevale di Viareggio con grande passione e dedizione, esprimendo la sua arte e la sua creatività con costruzioni che hanno emozionato e fatto riflettere, raccontando anche temi scomodi e difficili come la pena di morte, il carcere, la pedofilia, l’immigrazione, o l’abbandono dei beni culturali. Oltre al Carnevale con i suoi colleghi della Cittadella, da anni, lavorava alla realizzazione e all’allestimento delle scenografie delle opere del Festival Puccini di Torre del Lago.
“I carristi di ieri come quelli di domani hanno il compito di custodire la forza e la capacità di trovare forme rare e vive per esprimere il mondo e la vita – così vedeva il Carnevale Franco Malfatti e così l’aveva raccontato lo scorso anno nella rivista “Viareggio in Maschera”, ed aveva aggiunto, citando l’artista Alfredo Morescalchi, “il Carnevale è una cosa seria. E’ come un libro di storia che racconta i sentimenti di ogni epoca. Siamo noi attraverso il tempo”. La Camera ardente è stata allestita in forma privata alla Cittadella.
“Un grande dolore – commenta la presidente della Fondazione Marialina Marcucci in un messaggio a tutti i costruttori-per la Fondazione e per voi tutti compagni e amici di una vita. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile per i suoi cari, per i suoi amici e compagni di sempre , ma anche per chi come me ha solo potuto sfiorare la sua umanità gentile”.
“Ricorderemo a lungo un’artista della cartapesta come Franco Malfatti. Le sue opere, in ogni edizione, hanno arricchito il Carnevale di Viareggio, ed i temi da lui scelti, lo hanno reso più profondo”. Così il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci ricorda il carrista precocemente scomparso oggi.
Anche il Pd della Versilia si associa al mondo del Carnevale e a tutta la comunità viareggina nell’esprimere le condoglianze alla famiglia per la scomparsa repentina e prematura del carrista Franco Malfatti. “Un costruttore – scrive Riccardo Brocchini e la segreteria – che ha ricevuto premi e riconoscimenti per la sua opera ed ha arricchito la manifestazione, in vari decenni di lavoro. Temi sociali importanti sono stati affrontati da Malfatti anche nelle sue ultime costruzioni, con il suo particolare tocco artistico e poetico. Sicuri che la Fondazione Carnevale troverà il modo di ricordare e celebrare il lavoro di Malfatti, ci stringiamo in un abbraccio simbolico alla famiglia e alla comunità tutta”.
Questo il ricordo di Alessandro Santini, ex presidente del Carnevale viareggino: “Sempre silenzioso, sempre sulle sue, sempre educato e cortese, non l ho mai sentito alzare la voce, e durante gli anni della mia Presidenza avrebbe anche potuto averne buon motivo. Un grande lavoratore, un grande artista, che nel suo silenzio, nel suo mai essere sopra le righe, sapeva essere comunque un gigante del Carnevale di Viareggio. Ha sempre toccato temi importanti, argomenti difficili, che fanno riflettere ancora oggi: il tema della pena di morte nel 1999, nel 2001 le rovine d’Italia, nel 2008 il sortilegio della vita. Indimenticabile fu nel 2013 con il suo stupendo Non ti scordar di me che sfilando durante la diretta di Rai3 seppe commuovere alle lacrime vere la favolosa e sensibile imitatrice Emanuela Aureli, chiamata sul palco a commentare i nostri favolosi carri di carta pesta in una diretta tv memorabile. Franco aveva ancora una volta colpito nel segno e toccato le corde giuste, di chi senza difficoltà aveva capito il lavoro, l’impegno e la sensibilità del carrista filosofo, che aveva puntato il dito verso la situazione drammatica che vivono migliaia di carcerati in Italia nelle nostre prigioni, che dovrebbero essere più luoghi di rieducazione e non solo di punizione. Indimenticabile quello straziante scheletro che dietro il suo carro salutava con tristezza i turisti sotto di lui, dalle grate della sua cella. L’aspetto esile di Franco non faceva certo immaginare una potenza di pensiero così dirompente e cosi forte. Ma è riuscito anche lì. A te, Franco, il saluto commosso di chi ha avuto l’onore di lavorare per te”.
