Ex Cava Fornace, caso chiuso: il giudice archivia il processo

Esito positivo dell’incidente probatorio.
Ex Cava Fornace, caso chiuso. Il giudice ha archiviato il processo: “Nessuna matrice ambientale è stata compromessa”.
Il consiglio di amministrazione di Programma Ambiente Apuane conferma l’esito positivo dell’incidente probatorio. “Aria, suolo, acque sotterranee e superficiali: non c’è nessun inquinamento dovuto alla presenza della discarica ex Cava Fornace gestita da Programma Ambiente Apuane. Lo ha stabilito il Gip del Tribunale di Massa accogliendo la richiesta di archiviazione del procedimento avanzata dallo stesso pubblico ministero al termine dell’incidente probatorio avviato nel 2018 – si spiega in una nota -. La perizia effettuata dai tecnici nominati dal Giudice per le indagini preliminari non ha rilevato alcun profilo di deterioramento o compromissioni delle matrici ambientali riconducibile all’attività della discarica. Quindi la società Programma Ambiente Apuane ha gestito l’impianto seguendo tutte le normative vigenti e le regole inserite nelle autorizzazioni concesse. Non ha determinato alcun inquinamento né nell’aria, né nei terreni né nelle acque, superficiali o profonde. Il decreto di archiviazione mette la parola fine su tutte le fantasiose ricostruzioni avanzate in questi anni e ci dà la conferma della bontà del nostro operato”.
A dare la notizia del decreto di archiviazione è il cda di Programma Ambiente Apuane che ha ottenuto proprio in questi giorni l’esito dell’incidente probatorio che ormai si trascinava dal 2018 fra controlli e verifiche. Le accuse a carico della società erano gravi, derivanti da due diversi esposti presentati dal Comitato volontario dei cittadini che segnalavano l’ipotesi di inquinamento ambientale dell’area, ipotizzando persino comportamenti abusivi: “Ci accusavano del mancato rispetto delle percentuali di conferimenti fra inerti, marmettola (70%) e quelli contenenti amianto (30%) – prosegue il Cda di Programma Ambiente Apuane -, di aver gestito rifiuti pericolosi non autorizzati, marmettola esterna alla provincia apuana senza le certificazioni relative a diossine e Pcb, di non aver impedito la dispersione di fibre di amianto. Accuse che si sono volatilizzate, cadute come un misero castello di carte all’interno della perizia tecnica. Per la matrice ambientale aria dal 2013 al 2019 non ci sono stati superamenti dei valori di legge per le fibre di amianto aerodisperse. Per la matrice suolo, non risultano superati i limiti di legge per amianto, idrocarburi e cianuri né sono stati rilevati profili di compromissione o deterioramento. Per quanto riguarda l’acqua – evidenzia poi la società riportando parte del decreto di archiviazione – i superamenti di triclorometano non possono essere ricondotti alla discarica, quelli di solfati riguardano solo le zone a valle della discarica e i periti hanno stabilito che rientrano nei limiti di guardia e sono comunque sovrapponibili a quelli registrati negli anni precedenti alla nascita della discarica di Programma Ambiente Apuane”.
Risultati che hanno portato alla richiesta di archiviazione del procedimento da parte del Pm, accolta dal Giudice del Tribunale di Massa: “Gli esiti degli accertamenti peritali consentono di escludere la sussistenza degli estremi oggettivi del reato”. Ma non sono gli unici esiti dell’archiviazione e il Consiglio di amministrazione vuole rimarcare ulteriori aspetti: “Il Giudice ha escluso le richieste del Comune di Forte dei Marmi e del Comitato dei cittadini di ulteriori indagini perché non sono più necessarie e, anzi, sono del tutto superflue e inutili all’esito dell’incidente probatorio che ha escluso ogni possibile compromissione delle matrici ambientali.Ha inoltre stabilito che Forte dei Marmi non ha alcun diretto interesse nella vicenda, non assumendo la qualifica di persona offesa anche alla luce delle risultanze della perizia. Allo stesso modo, sono state escluse le richieste di Italia Nostra sezione di Massa e Montignoso, non munita del consenso di alcuni Enti. Ci preme inoltre evidenziare come il Tribunale di Massa abbia rigettato anche l’ipotesi di contravvenzione nella gestione delle percentuali di rifiuti contenenti amianto o inerti stabilendo che tali percentuali, seppur soggette a verifica intermedi annuale, dovranno essere poi riferite all’intero periodo di validità delle autorizzazioni concesse, ossia fino alla fine del mese di marzo 2022″.
Un’archiviazione che per il Cda di Programma Ambiente Apuane determina un radicale cambiamento rispetto al passato: “Speriamo di poter voltare pagina definitivamente. Siamo aperti al dialogo e al confronto con il territorio che ora ha una garanzia in più, direttamente dal Tribunale di Massa e da tecnici periti esterni, sulla bontà dell’operato della società e sulla gestione dell’impianto che, nelle nuove strategie che vogliamo portare avanti, vuole essere una risorsa per il territorio. Apertura al dialogo e confronto che vuol dire accogliere critiche e rispondere a dubbi, leciti. Certo non vuol dire tollerare falsità diffuse a mezzo stampa e sui social: perché c’è un confine netto fra la libertà di espressione e la diffamazione che, nel caso di un’attività imprenditoriale, si lega anche a un danno di immagine e patrimoniale. E con questo provvedimento del Tribunale speriamo che sia chiaro a tutti: un atto che abbiamo intenzione di presentare pubblicamente con le amministrazioni dei Comuni interessati dalla discarica, coinvolgendole in quelli che sono i risultati emersi in seguito agli accertamenti dell’Autorità giudiziaria. La nostra intenzione è di indirizzare la gestione a una sempre maggior trasparenza, a cominciare dall’aggiornamento del sito con una sezione dedicata alle analisi che effettuiamo costantemente su tutte le matrici ambientali”.
Le ex miniere di Valdicastello sono amianto free. Da ieri (15 dicembre) data storica per la frazione dei Pietrasanta, è stata rimossa anche ultima lastra di cemento-amianto. Lo rende noto il comune alla guida del sindaco Alberto Giovannetti. Anche l’ultima lastra di fibra di amianto presente sulla copertura del vecchio capannone industriale delle miniere ex Edem viene rimosso. Il sito minerario di Valdicastello è finalmente amianto-free. E’ infatti terminato anche l’ultimo complicato lotto di interventi per la messa in sicurezza del sito con la bonifica degli ultimi residui di fibrocemento-amianto. Una data che possiamo definite storica e che arriva a completamento di un percorso iniziato nel 2015 e costato circa 1 milione di euro per rimuovere circa 2.700 metri quadrati di coperture cemento-amianto presenti sui fabbricati dell’impianto dismesso alla fine degli anni ’90. La messa in sicurezza del sito era uno degli obiettivi dichiarati dall’amministrazione comunale di Alberto Stefano Giovannetti. “Nell’ex sito minerario non sono più presenti lastre di amianto. Anche l’ultimo metro quadrato è stato bonificato. – annuncia il primo cittadino, Giovannetti – Abbiamo mantenuto l’impegno con la comunità di Valdicastello nonostante le mille difficoltà che abbiamo incontrato in questo lungo percorso. L’ultimo lotto di lavori, complice anche il periodo pandemico, ha richiesto un po’ più tempo del previsto ma alla fine siamo arrivati a centrare un obiettivo di grande importanza. Il lavoro a Valdicastello, e alle ex miniere, non è certo finito qui. C’è ancora molto da fare e già lo stiamo facendo con nuovi affidamenti e nuove risorse stanziate. Oggi abbiamo però chiuso un capitolo ambientale della storia recente che pesava da troppo tempo su Valdicastello e sulla città. Un risultato che ha coinvolto l’assessorato all’ambiente e ai lavori pubblici: ringrazio il vice sindaco ed assessore all’ambiente, Elisa Bartoli, gli assessori Francesca Bresciani e Matteo Marcucci che si sono avvicinandati ai lavori pubblici e naturalmente tecnici ed uffici per il grande e costante lavoro fatto”. L’ultimo lotto di interventi non si era limitato alla solo alla rimozione e allo smaltimento delle parti di copertura. Parte delle coperture del fabbricato sarà sostituito in moda da proteggere i macchinari e le strutture minerarie ancora oggi presenti che costituiscono un importante patrimonio storico ed post-industriale da valorizzare con il conseguente parco geominerario. “Il sito può diventare una risorsa per la frazione e per la proposta complessiva della nostra città. – conclude il sindaco – Non bonifichiamo soltanto, salviamo la storia del sito. Il prossimo obiettivo è rendere veramente disponibile la sede dell’ex Edem con interventi di completamento”.