Perini Navi, la preoccupazione della Fiom

La Rsu: “Ci è stato annunciato che l’organico attuale è composto da 105 unità ed i costi fissi che ne derivano sono troppo alti per il futuro”
Perini Navi, la Fiom e la Rsu ha partecipato ieri (21 dicembre) a una videoconferenza pre natalizia che prefigurava sostanzialmente gli auguri canonici e la rappresentazione del lavoro in corso per la ristrutturazione del debito gravata da alcune indisponibilità degli istituti bancari.
“L’azienda – spiegano il sindacato – si è presentata con tutti i suoi consulenti, finanziari, del lavoro, l’amministratore delegato ed il responsabile amministrativo, per un ultimo colpo di scena, anzi due: è stata annunciata al fine di garantire il prestito da parte del fondo Blusky/Arena la nascita di una nuova società nella quale verrebbero conferite le concessioni demaniali di Viareggio, gli immobili di Viareggio e i marchi Perini Navi e Picchiotti, assieme ai lavoratori di La Spezia e alle attività di refit(ramo di impresa). Tale operazione è decisiva per l’ottenimento del prestito di 25 milioni 750mila euro dal fondo Blusky e per poterla fare deve essere attivata una procedura di legge, che prevede che sia inviata una comunicazione formale con 25 giorni di anticipo rispetto alla sua definizione, in quanto 20 lavoratori cambierebbero tecnicamente datore di lavoro con il ramo di impresa”.
“Casualmente ne veniamo informati in videoconferenza il 21 dicembre – aggiungono – quando i tempi di deposito in tribunale dell’ipotetico piano di ristrutturazione di Perini Navi sono fissati al 15 gennaio. In più, ci viene rappresentato che per il passaggio delle concessioni demaniali, ci sarebbe il via liberà dell’autorità portuale, qualora ci fosse il consenso del sindacato e dei lavoratori, ponendo nei fatti una opzione, prendere o fallire, una condizione di prevaricazione inaccettabile per ragioni che vedremo più avanti. Dietro le nostre pressioni e visto che fino ad oggi l’azienda al di là di alcune slides e dichiarazioni di intenti non ha mai presentato un vero piano industriale di riorganizzazione delle proprie attività”.
“Alle 17,15 – proseguono – ci è stato annunciato che l’organico attuale è composto da 105 unità ed i costi fissi che ne derivano sono troppo alti per la futura Perini Navi; bisognerà scendere complessivamente a 75 lavoratori. Questo significa che 30 lavoratori se ne sono andati da maggio ad ora (potenzialmente quelli che erano meglio spendibili professionalmente parlando), mentre altri 30 se ne dovranno andare, riducendo l’azienda ad uno spettro di quello che era solo pochi mesi fa. Esuberi sempre negati dall’azienda anche al cospetto della Regione Toscana. Una situazione quella prospettata che ci lascia basiti, assolutamente contrariati da quanto prospettato. Siamo di fatto in presenza di un nuovo piano, un altro, che dimostra se quanto ci è stato spiegato corrisponde al vero che il fondo finanziario, non ha fiducia nel piano stesso e nel rilancio aziendale (chiede la nuova società a garanzia con marchi/concessioni ecc..), prefigurando un orizzonte speculativo circa il valore reale di Perini Navi. Non abbiamo mai nascosto la nostra contrarietà ad una soluzione di tipo finanziario e questa, lo è a tutti gli effetti; si spacchetta l’azienda per fare un’operazione di medio termine che non prevede una lunga vita a Perini Navi, ma un orizzonte assolutamente incerto; alla domanda posta: come restituirete il prestito al fondo?(circa 40 milioni di euro) Ci è stato risposto: “con ulteriori affidamenti bancari”, nel 2024 avremo differenti condizioni. Una prospettiva senza certezze se non l’inaffidabilità di una direzione che ha cambiato nuovamente piano, rappresentandoci una soluzione che serve per salvare gli asset a favore non si sa bene di chi; di sicuro non dei lavoratori di Viareggio (pochi, visto i licenziamenti in programma) che rimarrebbero dentro una scatola vuota che lavorerebbe se tutto va bene per conto della nuova società, una soluzione non credibile che costruirebbe solo un futuro precario ad una azienda il cui marchio è famoso nel mondo e che potrebbe andarsene da Viareggio o essere nuovamente ceduto a breve”.
“Una situazione drammatica – concludono – che richiama al senso di responsabilità anche le Istituzioni che non possono accettare il ricatto che passa per lo svuotamento di tutti gli asset strategici della Perini, semplicemente perché senza i lavoratori, le concessioni demaniali e i marchi la Perini non ci sarebbe più. La Perini Navi è e resta, al di là della attuale proprietà, una azienda che desta ancora un forte interesse dal punto di vista del prodotto e del mercato, sono noti gli interessamenti già manifestati dai maggiori costruttori di yachts nei confronti del commissario del tribunale di Lucca, interessamenti che potrebbero diversamente garantire una soluzione di tipo industriale capace di guardare al futuro”.