Strage di Viareggio, i familiari delle vittime: “Cercavamo giustizia, abbiamo trovato la legge”
Il giorno dopo il verdetto il Mondo che Vorrei commenta la sentenza della suprema corte
Colpevoli di strage in prescrizione. Vergogna. Recita cosi uno degli striscioni esposti oggi (9 gennaio) a Viareggio, al muro esterno dello stadio dei Pini, il giorno dopo la lettura del dispositivo della sentenza della Cassazione, mentre al Parco degli Angeli, a fianco della Casina dei Ricordi, nella zona di via Ponchielli, distrutta dalle fiamme la notte del 29 giugno 20, la bandiera è a mezz’asta e un altro striscione riporta Giustizia vera, Moretti in Siberia.

I familiari delle vittime, nella tarda mattinata, hanno poi parlato alla stampa via web, dalla sala delle Croce Verde. “Cercavamo giustizia e abbiamo trovato la legge – queste le prime parole di Marco Piagentini – abbiamo perso tutto, nostri cari non ritorneranno più a casa. Ieri, è stata una giornata triste e buia. La Cassazione – aggiunge – confermando le due precedenti sentenze, avrebbe avuto l’opportunità di salvare la vita a migliaia di persone/lavoratori, invece questo dispositivo è in forte dissonanza con quella che è la realtà del paese. Dalla lettura del dispositivo amaramente si sono salvate le società per azioni in modo tale che il sistema attuale continui. Per ottenere ciò è bastato cancellare l’aggravante dell’incidente sul lavoro (sconfessando i due gradi di giudizio precedenti) e facendo cadere tutto l’impianto accusatorio sulle società. Abbiamo capito molto bene che: gli amministratori delegati passano ma le società rimangono”.
“L’istituto giuridico della prescrizione, come da noi più volte denunciato, ha fatto il resto, cancellando molti reati tra cui anche l’omicidio colposo plurimo – ha aggiunto il presidente del Mondo che Vorrei -. Da ieri abbiamo maggiormente capito (se c’è ne era bisogno) quanto lavoro c’è ancora da fare in questo paese genuflesso ai potenti. Prioritario e far si che le norme dell’81/08 siano al più presto armonizzate anche per le ferrovie, per questo chiediamo agli enti e agli amministratori, che non si limitino alle parole ma ci sostengano soprattutto con i fatti. Oggi da una più attenta lettura del dispositivo abbiamo avuto conferma della bontà delle due precedenti sentenze, infatti si legge chiaramente i profili di colpa per tutti i soggetti apicali. Attendiamo con le motivazione di comprendere meglio anche perché non è stata riconosciuta l’aggravante per l’incidente dei luoghi di lavoro. Con la sentenza dell’8 gennaio 2021 inizia il nostro nuovo percorso chiediamo alle associazione e comitati e a tutte le persone di continuare a sostenerci”.
“Mio figlio aveva già capito tutto: mi aveva detto che in questo Paese chi sbaglia non paga per gli errori – parole, queste di Piagentini, che arrivano al cuore – Ma io gli ho anche detto è vero, però è anche vero che quando si riconosce una colpa non possiamo chiaramente mettere noi le persone in galera, non sarebbe neanche giusto. Gli ho anche detto che prima di tutto viene la responsabilità morale, poi quella civile e poi quella della legge”. Marco Piagentini, rimasto gravemente ustionato, in quella notte tragica perse la moglie e due bimbi.