Vertenza Sea Ambiente Ersu, incontro con la prefettura: nessun accordo tra le parti

Fumata nera sulla questione dei lavori distaccati
Ieri mattina (7 aprile) in videoconferenza con la prefettura si è svolto il secondo tavolo di raffreddamento previsto dalla normativa sulla regolamentazione sullo sciopero tra Ersu, Sea Ambiente, Reti Ambiente e le organizzazioni sindacali, nella vertenza per il distacco di 19 dipendenti dalla società Sea Ambiente ad Ersu
“Una riunione – commentano i sindacati Fit Cisl, Uil Trasporto, Fiadel e Usb – con nostro grande rammarico, conclusasi con un mancato accordo tra le parti. Il distacco dei lavoratori, resosi necessario a detta di Sea dopo la perdita del servizio di raccolta rifiuti nel Comune di Camaiore e aggiungiamo noi, dopo il concomitante mancato trasferimento dei lavoratori secondo le modalità previste dall’articolo 6 del contratto, per mera cocciutaggine ed irresponsabilità della vecchia amministrazione, è la motivazione dello stato di agitazione del personale portato avanti dalle organizzazioni sindacali”.
“Nello specifico – precisano – quello che viene contestato e motivo del mancato accordo, i criteri con i quali è stato distaccato il personale, le mancate risposte ai lavoratori a tempo determinato compresi quelli di Sea Risorse che al momento non hanno nessuna rassicurazione sul futuro visto che le graduatorie vigenti sono in scadenza, la volontà di far prendere servizio i lavoratori dalla sede di Ersu anziché da Sea Ambiente nonché lo stato di fusione tra le due società che, nonostante le rassicurazioni del presidente di Reti Ambiente, rimane una vera incognita alla luce delle continue divergenze tra i Comuni Versiliesi. Comuni, non più nella figura di proprietari delle aziende oggetto della vertenza ma di soci importanti della Holding Reti Ambienti, mai intervenuti ai tavoli di trattativa in questi due anni nonostante più volte sono stati messi in discussione posti di lavoro. In particolar modo il Comune di Viareggio che è sede della società Sea Ambiente. Un’Amministrazione ha il dovere di intervenire e confrontarsi con le parti sociali se si tratta di un’azienda in crisi del proprio territorio e viene messo in discussione il posto di lavoro dei propri concittadini specialmente se è lei stessa un socio importante di Reti Ambiente, che ha un rappresentante in seno al Cda e nomina l’amministratore di Sea Ambiente insieme alla capogruppo”.
“L’amministratore unico di Sea Ambiente ieri ha rilanciato proponendo una riunione da tenersi a metà distacco, a fine di giugno, per rivedere la scelta sulle persone attualmente da loro individuate unilateralmente per il distacco che tra l’altro è già diventato operativo dallo scorso 1° aprile – aggiungono -. Un modo a nostro avviso per prendere tempo, rinviare la problematica e rivedere i criteri di scelta del personale creando di fatto ulteriore confusione e malcontenti tra i lavoratori. Senza considerare che il distacco operato andando a regime con lo Stato di agitazione in atto ha violato la legge 146/90 nonché l’accordo del 2015 tra organizzazioni sindacali ed Ato Costa nel quale è vietato per 5 anni lo spostamento di personale in mancanza di un accordo tra le parti”
“No grazie – concludono – di scelte irrazionali ne hanno già fatte e noi ne abbiamo viste abbastanza. Il nostro obbiettivo non è quello di individuare nuovi soggetti da distaccare ma quello di porre fine ad un distacco insensato in cui per l’ennesima volta sono i lavoratori a pagare le scelte sbagliate di Amministrazioni pubbliche cui hanno dato la poltrona di Aziende pubbliche a persone poco accorte nell’amministrare beni pubblici e poco inclini ad ascoltare i bisogni reali dei lavoratori e delle loro famiglie”.