Ciclovia alla Lecciona, Del Ghingaro risponde ai contrari: “Non è un mio capriccio”

11 aprile 2021 | 18:54
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Ciclovia alla Lecciona, Del Ghingaro risponde ai contrari: “Non è un mio capriccio”

Il sindaco: “La scelta di far passare una pista ciclabile nella zona retrodunale è la più naturale, la più rispettosa, la più utile alla valorizzazione di Viareggio e di Torre del Lago”

“Alcuni dicono che voglio fare la ciclovia alla Lecciona perché è solo mio un cavallo di troia per poi fare altro dentro la zona protetta, tipo alberghi, ristoranti e cose del genere”. E’ il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro a rispondere ai numerosi attacchi, politici, in merito al percorso della ciclopista.

“Altri  – aggiunge – dicono che non ho una sensibilità ambientalista e che voglio distruggere un luogo paradisiaco ed incantato solo per soddisfare un mio capriccio. Altri ancora affermano che loro ne sanno molto di più di qualsiasi esperto, essendo essi stessi esperti e che far passare una pista ciclabile di lì è un peccato mortale, perché anche se la stessa ciclopista passa da decine tra zone archeologiche, aree protette, parchi naturali, dalla Lecciona non si può far passare perché è più naturale e più protetta delle altre (noi abbiamo questo innato istinto di superiorità territoriale ). Qualche altro personaggio arriva ad affermare che siccome lui ha un’attività in quella zona (dove non si possono avere attività) non vuole concorrenza”.

“Un manipolo di senza nome  – prosegue – confermano che non capiscono perché da quel luogo si vogliano eliminare presenze illegali quando ci sono sempre state e non possono dare noia proprio ora. Qualcun altro afferma che lì c’è sempre andato, c’ha il suo posto da anni e non vuole rotture di scatole da quelli che arrivano in bicicletta da chissà dove. Un paio di persone mi hanno comunicato che ce li portava il padre da piccole e che la considerano zona privata e i forestieri su due ruote è bene che stiano a casa loro.Qualche intelligentone arriva perfino ad affermare che vorrei fa passare la pista ciclabile dalla Lecciona perché nutrirei interessi personali in quella zona. Non si sa quali, ma tanto illazione più illazione meno che vuoi che cambi. Poi ci sono quelli del no a prescindere: qualsiasi scelta si faccia non va bene, perché è più facile e veloce dire no, che provare ad approfondire. Non mi sembra neanche il caso di citare quelli che si oppongono per motivi strumentali e politici, sono conosciuti e davvero imbarazzanti. Ma alcuni geni incontrastati e imbarbariti sono arrivati a dire perfino che io sarei così malvagio e furbo da inventarmi tutto questo per far trarre a Lucca (essendo io lucchese) un beneficio incommensurabile. Gli stessi geni non arrivano a dirci il perché e il per come, ma la loro affermazione è certa e comprovata da loro stessi medesimi e quindi non soggetta a contraddittorio e possibili dubbi”.

“Potrei andare avanti ancora un po’ ma mi fermo – conclude –  garantendo invece tutto il mio rispetto a chi non concorda con le nostre scelte ma è in buona fede ed è corretto. Dietrologie, insinuazioni, chiacchiere, offese, diffamazioni. Tutto fa brodo per alzare polvere. Fortunatamente la stragrande maggioranza è d’accordo con noi, sa le cose vere, che peró di nuovo confesso: la scelta di far passare una pista ciclabile dal percorso già presente retrodunale è la più naturale, la più rispettosa, la più utile alla valorizzazione di Viareggio e di Torre del Lago. Non ci sono fini nascosti, è tutto molto semplice e chiaro, mi spiace deludere i complottisti, si possono sforzare quanto vogliono, ma non riusciranno a trovare nulla di poco trasparente, semplicemente perchè non c’è. Per me, per noi, è la scelta più giusta e corretta. Punto”.