Pioppogatto, Legambiente Versilia: “Serve un’analisi urgente dei terreni”

Il presidente Cecchini: “Apprendiamo con preoccupazione che anche a Massarosa sono stati probabilmente mescolati ai materiali inerti di riempimento anche rifiuti pericolosi contenenti metalli pesanti”
“Dal movimento terra ai traffici illegali di rifiuti, l’inchiesta Keu fa emergere un’inquietante capacità di diffusione della ‘ndrangheta nelle filiere tradizionali dell’ecomafia”. Così il presidente di Legambiente Versilia Riccardo Cecchini commenta le ultime notizie che arrivano dalle indagini in corso sui presunti illeciti ambientali.
“Apprendiamo con preoccupazione che anche a Massarosa, in una vasta area dove si sta ampliando la zona industriale di Montramito, sono stati probabilmente mescolati ai materiali inerti di riempimento, anche rifiuti pericolosi contenenti metalli pesanti, come cromo e antimonio provenienti dall’incenerimento dei residui delle concerie di Santa Croce – va avanti Cecchini -. La magistratura deve fare al più presto luce su questa vicenda criminale e in parallelo devono essere urgentemente analizzati i terreni in questione nella zona di Pioppogatto, alla ricerca dei possibili contaminanti. Inutile dire che la vicinanza del Lago di Massaciuccoli, area naturale di grande pregio e zona Ramsar di interesse internazionale rende questa vicenda ancora più grave”.
“Al sindaco di Massarosa chiediamo di seguire gli accertamenti che verranno fatti dalle autorità competenti nella massima trasparenza nei confronti della popolazione che il caso richiede, comunicando celermente ai cittadini tutti gli accorgimenti che verranno messi in atto per garantire la salute pubblica e dell’ambiente – conclude Cecchini -. Tra i reati contestati, figurano anche alcuni dei delitti ambientali introdotti nel nostro Codice penale grazie all’azione di Legambiente, come l’inquinamento e l’impedimento al controllo. L’economia circolare va strenuamente difesa dai tentativi di stravolgerla, per smaltire illegalmente gli scarti di produzione e accumulare profitti illeciti, come sta emergendo dall’inchiesta Keu. Una buona pratica si distingue da una condotta criminale per la severa e costante applicazione delle normative comunitarie e nazionali, dalla culla alla tomba, fino, in altri termini, al delicatissimo ultimo miglio dello smaltimento o riuso”.