Disinfestazione zanzare in Versilia, le associazioni ambientaliste: “No a interventi inutili o dannosi”

Wwf, Amici della Terra e Legambiente: “Servono strategie sostenibili e prodotti che non costituiscano un potenziale disagio per la popolazione”
Disinfestazione dalle zanzare in Versilia, intervengono le associazioni ambientaliste. Che mettono in guardia da possibili danni all’ambiente derivanti dal servizio.
“Stimolati da un capitolato di appalto per l’erogazione del servizio – dicono Amici della Terra, Wwf e Legambiente Versilia con Jacopo Simonetta, Marcello Marinelli e Riccardo Cecchini – emanato da un Comune della Versilia, vorremmo rivolgere un invito a tutte le amministrazioni comunali che si dovessero cimentare con tale problema affinché vengano evitate alcune procedure che potrebbero trasformare gli interventi di disinfestazione in altro disagio per la popolazione oltre a costituire un potenziale danno ambientale agli ecosistemi. Una prima considerazione riguarda le strategie adottate per l’espletamento del servizio. Occorre a nostro avviso evitare assolutamente la richiesta di effettuare trattamenti con cadenza prestabilita, cosiddetti “a calendario”, cioè senza la consapevolezza di quali specie target colpire e della loro effettiva presenza. È noto come ad oggi il disagio in ambiti urbani e periurbani sia causato essenzialmente dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), specie esotica introdotta in Italia alcuni decenni fa e ormai naturalizzata al punto che, in alcune aree, è riuscita a soppiantare la zanzara comune (Culex pipiens). Solo in casi molto particolari il disagio è causato da specie più legate ad ambienti naturali, dove peraltro le zanzare rivestono un ruolo ecologico da non sottovalutare e le cautele da adottare per il loro contenimento dovrebbero essere ancora maggiori”.
“La lotta alla zanzara tigre, in particolare – dicono – non può essere fondata su strategie che prevedono trattamenti a calendario e tantomeno interventi antilarvali su corpi idrici (fossi, canali, eccetera) dove tale specie non si riproduce. Pertanto tali interventi risulterebbero del tutto inutili. Anche nelle caditoie stradali, se non vi è la certezza che vi sia acqua e presenza di larve, andrebbe evitato lo spargimento di insetticidi dato che gli interventi andrebbero a vuoto, con inutile spreco di denaro pubblico. Poiché la suddetta specie si riproduce elettivamente in raccolte di acqua occasionali e di piccole dimensioni, prevalentemente localizzate in ambiti privati, sarebbe molto più proficua una estesa e costante azione educativa e preventiva di informazione rivolta alla cittadinanza, invitandola ad eliminare ogni potenziale focolaio”.
“La zanzara comune – spiegano ancora le associazioni – altra specie ipoteticamente presente, si riproduce anche in corpi idrici stagnanti o a lento decorso, ma in genere ricchi di sostanza organica se non addirittura inquinati da scarichi fognari, dove non sopravvivono i loro naturali predatori (insetti acquatici, pesci, ecc.). Anche in questo caso quindi sarebbe opportuno accertare la presenza e la consistenza delle larve in funzione di effettivi disagi alla popolazione residente, prima di intervenire con l’immissione di principi attivi, peraltro potenzialmente dannosi a tutta la fauna acquatica. L’altra considerazione, infatti, riguarda i prodotti utilizzati per i trattamenti antilarvali, spesso a base di molecole di sintesi, come inibitori della crescita o altri principi attivi: si fa presente che tali sostanze, sono generalmente tossiche per l’ecosistema acquatico, come si evince chiaramente dal quaderno Ispra 10/2015, pertanto sarebbe opportuno evitarne l’utilizzo disinvolto e, aggiungiamo, ridondante e inutile per le situazioni che non ne presentano l’effettiva necessità. Altrettanto inutili e dannosi sono da ritenere i trattamenti adulticidi che, non potendo essere mirati, rischiano di uccidere tutti gli insetti utili e nessuna zanzara e quindi generalmente da evitare“.
“Intendiamo invitare con questa nota i servizi ambiente dei Comuni interessati alla lotta alle zanzare – conclude la nota – affinché mettano in atto strategie sostenibili e utilizzino prodotti che non costituiscano un potenziale disagio per la popolazione (sono comuni gli avvisi che invitano a chiudere porte e finestre, a non lasciare all’aperto residui alimentari e animali domestici, a rimuovere la biancheria e coprire le colture, ecc. insomma un vero e proprio coprifuoco…) e un pericolo per l’uomo, gli animali e gli habitat, terrestri e acquatici”.