Ospedale Versilia, i familiari di un ex paziente omaggiano il reparto con un quadro

Nella lettera i ringraziamenti: “Voi tutti nel reparto di medicina trasfusionale siete e sarete nel cuore della nostra famiglia, ci avete regalato con la vostra assistenza un mese di tranquillità e amore”
Un quadro e una lettera per ringraziare i donatori di sangue e il personale. È arrivato ieri (13 settembre) al Servizio di medicina trasfusionale dell’Ospedale Versilia – dov’è stato affisso – con la scritta “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore” della poetessa Wielawa Ssymberaka.
L’omaggio arriva dalla moglie di Alberto Simonini, fiorentino, che al Versilia è stato seguito nel suo percorso terapeutico per una grave malattia ematologica, durante l’ ultimo periodo di vacanza in Versilia nel 2019 prima della sua scomparsa a Firenze nel febbraio 2020.
“Voi tutti del reparto di medicina trasfusionale siete e sarete nel cuore della nostra famiglia, ci avete regalato con la vostra assistenza un mese di tranquillità e amore, ad Alberto in primis e a me e ai nostri figli – si legge nella lettera -. Grazie a voi donatori della Versilia e di Firenze che, mentre siete seduti a dare il vostro sangue, guardatelo perché chi lo riceverà lo guarderà sapendo che un uomo o una donna come lui gli ha dato un po’ di se stesso alcune volte per proseguire il cammino della vita, altre per rallentare la sua uscita dal mondo. Un sabato al Simt eravate chiusi, telefonai perché Alberto aveva pochissime piastrine, pochi attimi di incertezza e poi ‘Venga signora, l’aspettiamo’ . In quel momento non pensai più al dolore, ma solo al cuore di chi aveva capito cosa vuol dire soffrire”.
“Abbiamo incontrato anche l’altra faccia del mondo, quella cupa, ignorante, sgarbata, ma la consapevolezza di un medico e una carezza di un’infermiera ha cancellato tutto – prosegue la lettera -. Il quadro che vi doniamo racchiude ciò che prova chi cura con abnegazione e generosità e chi riceve cure. Grazie alle dottoresse pronte a esaminare il referto, grazie alle infermiere sempre pronte a sdrammatizzare con un sorriso. Grazie di quelle goccioline di sangue che piano piano donano la vita e la speranza a chi le riceve. Non smettete mai di essere ciò che siete stati per noi”.