Ospedale Versilia e Humanitas insieme per la formazione dei medici

Oggi e domani (25 settembre) riprendono in due sessioni i laboratori di procedure invasive
Il gruppo del pronto soccorso dell’ospedale Versilia ha ripreso l’attività di collaborazione didattica e formativa con la Società italiana medicina emergenza urgenza con il team del Policlinico Humanitas di Rozzano.
In particolare oggi 24 e domani (25 settembre) riprendono in due sessioni i laboratori di procedure invasive. Si tratta di corsi di alta formazione per medici di urgenza e di Pronto soccorso, finalizzati a far esercitare i professionisti sulle manovre interventistiche necessarie in emergenza. I medici che partecipano a queste sessioni altamente professionalizzanti, sperimentano – sotto la guida di una équipe di massimi esperti – come eseguire in modo ottimale le tecniche interventistiche.
Il Policlinico Humanitas di Rozzano dispone anche di un Cadaver lab riconosciuto a livello europeo per high tech e fedele simulazione, oltre a essere ospedale noto per l’alta specializzazione, centro di ricerca e sede di insegnamento universitario. Il corso si svolge con l’utilizzo di preparati anatomici animali, con stazioni singole ed individuali per ciascun discente, in modo da permettere al medico di praticare le manovre in prima persona, di consolidare la propria tecnica e di sperimentare nuove tecniche d’intervento. I qualificati docenti del corso, diretto dal primario del pronto soccorso del Versilia Giuseppe Pepe, mettono in campo la professionalità e l’esperienza necessarie per trasmettere ai colleghi, provenienti da ogni parte d’Italia, le più attuali conoscenze di intervento, oltre alla competenza nelle procedure proprie dell’emergenza urgenza.
L’obiettivo di questa formazione, oltre ad arricchire la pratica quotidiana, è anche quello di far rinascere l’interesse per il lavoro in Pronto soccorso e magari contribuire a rendere meno pesante nei prossimi anni la carenza a livello nazionale di medici specialisti in questa disciplina ospedaliera.
“Esercitarsi insieme in un clima disteso, anche nei difficili e complessi tecnicismi previsti nel nostro lavoro – conferma Pepe – è un modo per far rinascere nuova motivazione ed entusiasmo tra i medici dell’emergenza urgenza. In particolare l’auspicio è che per i colleghi più giovani ci siano finalmente un futuro più professionalizzante e l’opportunità di riscoprire una disciplina che non sia solo carica di responsabilità”.