Ritrovato Gero, il cucciolo scomparso a giugno a Lido di Camaiore

Si era rifugiato in un fitto canneto: salvato dalla caparbietà dei volonari
La storia di Gero il cucciolo di soli 5 mesi scomparso lo scorso 29 giugno, merita di essere raccontata con dovizia di particolari.
Una sera d’estate, a poche settimane dall’adozione, fugge dalle mani dei suoi proprietari in vacanza a Lido di Camaiore. Partono i primi tentativi da parte degli stessi di ritrovarlo con vari post sui social e qualche volantino ma senza risultati tangibili. Da li a qualche giorno, finita la vacanza, decidono di rientrare nella loro città lasciando il povero Gero in balia di se stesso.
“Successivamente – spiegano i volontari che hanno partecipato alle ricerche – veniamo contattati dalla volontaria del rifugio di appartenenza della Puglia per coordinare le ricerche e l’eventuale recupero del fuggitivo. Ci attiviamo immediatamente con il tam tam a bomba sui social con i preziosi amici Claudio Morelli e Sara Storti e tutti gli altri. Simona Galeotti, impeccabile come sempre, coordina come primo step la parte del volantinaggio, coadiuvata da Ilaria Vezzoni e Antonella Neri“.
Più di 3000 volantini affissi in ogni strada, bar e negozio ma di Gero nessuna segnalazione, niente di niente. “Nel primo mese dalla fuga – proseguono Marco Zeni e Simona Galeotti – navighiamo nel nulla, senza un appiglio da dove poter partire per un eventuale recupero dell’ animale, soli e con le nostre forze. Proprietari e associazione dove il cane era sotto la loro tutela prima di darlo in adozione, completamente assenti, noncuranti del grosso lavoro che li aspettava e che è perdurato per ben 137 giorni di ricerche. Nonostante tutto ciò non molliamo, ci facciamo carico di tutto: volantini, spostamenti, cibo e attrezzature di ogni genere. Ritrovare Gero non era soltanto una sfida, ma salvarlo e ridargli una seconda possibilità di riscatto a fronte di chi doveva prendersi cura di lui. Qualche sporadica segnalazione arriva, ma erano cani quasi simili a Gero, tutti riconducibili a incauti proprietari”.
“Poi la svolta – spiegano – Siamo ai primi di agosto: una mattina alle prime luci dell’alba viene visto un cane nero passare in una zona che nella nostra testa ci frullava già come possibile nascondiglio di Gero: un quadrilatero di campo con un fitto canneto che perimetra due stradine all’interno di Lido di Camaiore. Entusiasmo a mille. Subito attrezziamo punti cibo ed il monitoraggio con telecamere ed il giorno dopo è magia. Gero, il cane di nessuno, il cane dimenticato da tutti è viv. Immortalato da una fototrappola mentre esce dalla boscaglia., guardingo, attento, schizzato, curioso, diffidente. Non basterebbe un giorno per descrivere gli atteggiamenti, le posture, il modo di approcciarsi ogni volta che usciva dal canneto. Dai primi video visionati ci siamo subito accorti che non sarebbe stata affatto una cattura semplice. Infatti non hanno funzionato le classiche trappole convenzionali: gabbie medie o grandi, con succulenti pasti al pollo, salsicce wurstel e leccornie di vario genere. Non ha funzionato il recinto nascosto nella fitta vegetazione con un entrata considerevole rispetto allo standard della gabbia. La più piccola modifica effettuata rappresentava per Gero motivo per sparire al nostro controllo per giorni nteri, compromettendo tutto il lavoro fatto al fine di metterlo in sicurezza”.
“Per mesi e mesi – spiegano ancora i volontari – abbiamo montato, smontato ogni tipologia di attrezzatura per la cattura. disboscato rovi, e cannetti. Tutto questo per ben 4 mesi tutti i giorni, sabato e domenica compresi. Simona per ben due volte al giorno effettuava controlli alle fototrappole e provvedeva a cibare Gero in modo da non farlo allontanare da quel luogo appartato che lui aveva scelto per nascondersi agli occhi del mondo. Ogni giorno il nostro pensiero era rivolto a quel cucciolo innocente lasciato solo. L’unico suo compagno era un riccio che spesso durante la notte mangiava prima di lui, lasciando Gero in attesa per poi dargli il cambio. Nelle centinaia di video esaminati si alternavano emozioni nel rivederlo e senso d’impotenza ogni volta che spariva con la frustrazione di dover ricominciare tutto daccapo”:
“Poi la svolta – prosegue il racconto – l’esperienza e la fantasia nel costruire marchingegni hanno fatto la differenza. Reti nascoste nel terreno che scorrono su guide metalliche, meccanismi di sgancio che permettono in maniera veloce di alzare a parecchi metri di altezza le reti, il tutto montato su una superficie grande come una stanza. Per ben ree settimane lasciamo tutto predisposto per far abituare Gero alla nuova situazione. I primi giorni molto timidamente segue le piste di cibo, non oltrepassa mai la sua linea di sicurezza, sembra tutte le volte avvertire un imminente pericolo. Passa qualche settimane prima di varcare oltre. Poi inizia a fidarsi, entra quasi fino in fondo in quello spazio che apparentemente non ha nulla ma nasconde sotto di lui l’unica possibilità che abbiamo di prenderlo. Fissiamo il giorno: sono le 18- Prima dell’imbrunire gli ultimi preparativi, il collegamento dei componenti elettronici e la elecamera da remoto per vederlo in tempo reale. Una distanza di 100 metri ci separa. L’attesa si fa sentire: passano le ore ma ancora nulla. All’incirca alle 3 di notte un bagliore illumina il monitor: è il segnale che il Led della fototrappola rileva la sua presenza, come un fantasma che appare e scompare. Lo vediamo entrare e uscire furtivamente nel sito di cattura, schiacciare il comando che aziona le reti, è un momento di grande tensione, di tempistica giusta, perché sbagliarlo vuol dire perderlo x sempre. Respiro e schiaccio. Gridiamo: preso! Gero è salvo. Gero il cane che per 4 mesi e oltre ci ha messo alla prova e ha portato all estremo la nostra resistenza, tenacia, sacrifici ormai quando nessuno parlava più di lui. Noi eravamo lì con spirito di abnegazione, sapendo che un giorno saremo riusciti a ridargli tutto l’affetto e l’amore che si merita”.
“Appena recuperato – concludono Marco e Simone – abbiamo potuto constatare che non é affatto un cane fobico, semplicemente un cane timido, come sono timidi tanti cani che escono dai canili o che arrivano dalla strada, perché non conoscono nulla del mondo e hanno soltanto bisogno di essere accompagnati dolcemente nel loro percorso. Fin da subito si è lasciato accarezzare dalle volontarie e ha dimostrato di essere il primo a voler essere coccolato e accudito. Del passato di Gero non sappiamo praticamente nulla, a parte questi 4 mesi di vita randagia. Ma possiamo e vogliamo prevedere il suo futuro: un futuro fatto di amore e di tutte le cure e attenzioni che finora non ha avuto. Ci impegneremo affinché questo avvenga il prima possibile. Un ringraziamento speciale a Michela Bertolozzi dell’associazione Nati Liberi Versilia Odv, che attualmente lo ospita e che metterà a disposizione di chi vorrà adottarlo il supporto dell’educatrice”.