Bolkestein, la politica torna a discutere delle concessioni demaniali

Sul tema intervengono Bergamini, Buratti, Montemagni e Rifondazione Versilia
La politica torna a discutere del rinnovo delle concessioni dei terreni demaniali per gli stabilimenti marittimi, la cosiddetta direttiva Bolkestein. Una discussione che, a livello locale, coinvolge soprattutto i balneari della Versilia. Sul tema intervengono gli onorevoli Deborah Bergamini (Fi) e Umberto Buratti (Pd). Insieme a loro anche la capogruppo in consiglio regionale della Lega Elisa Montemagni e Rifondazione Versilia.
“Sulle concessioni balneari l’intervento del governo era non più rimandabile per la tutela di lavoratori e imprese – spiega Bergamini -. L’Europa, purtroppo, in questi anni si è rifiutata di comprendere la specificità della situazione italiana rispetto all’applicazione della direttiva Bolkestein. Una specificità che noi ora dobbiamo difendere, dato che parliamo di un comparto di trentamila aziende con migliaia dipendenti che ha dimostrato nel tempo di garantire servizi di qualità e attrarre turisti da ogni parte d’Italia e del mondo. Ieri in Consiglio dei ministri sono state accolte alcune istanze delle categorie coinvolte anche grazie alle indicazioni di Forza Italia, che ha sempre difeso gli operatori turistico- balneari. Spetterà ora alle forze politiche apportare in parlamento le dovute modifiche per migliorare il testo proposto dal governo”.
“Registro alcuni elementi positivi a partire dal voto unanime con cui è stata licenziata la riforma delle concessioni e dal riconoscimento del valore aziendale, degli investimenti fatti e delle professionalità acquisite negli anni come principio inderogabile – commenta Buratti -. In questo senso, in linea di massima, i termini oggetto di discussione negli ultimi anni sono stati recepiti ed è un dato da sottolineare. Tuttavia, ritengo sia necessaria un’analisi approfondita del testo che va studiato a fondo in vista dello svolgimento del suo iter parlamentare. Ricordo, inoltre, che il demanio marittimo non sono solo gli stabilimenti balneari. Per questo, una riforma deve essere organica e riguardare tutte le diverse tipologie di concessioni. Si tratta di una legge delega che il parlamento esaminerà nel merito e sulla quale potrà esprimere un giudizio articolato e valutare eventuali modifiche”.
“In questo senso, saranno importanti le audizioni in cui sarà possibile ascoltare le ragioni degli operatori del settore, delle Regioni e, soprattutto, dei comuni che dovranno organizzarsi per affrontare una fase molto impegnativa – prosegue Buratti -. Già nei prossimi giorni mi farò promotore con il Pd di un’iniziativa per incontrare le associazioni di categoria, gli enti locali e le Regioni per cominciare a ragionare sul testo. È importante tenere un costante dialogo aperto a tutti gli interlocutori interessati dalla riforma. Adesso è stata posata la prima pietra. Rimane centrale l’esigenza di contemperare la tutela del valore aziendale che è ampiamente riconosciuto dal diritto comunitario, gli investimenti fatti, il principio del legittimo affidamento con quello della concorrenza che non deve ledere i diritti degli operatori. Le parole d’ordine continuano a essere certezza del diritto ed equilibrio tra concorrenza e diritti legittimi dei concessionari”.
“Comprendo le preoccupazioni di chi gestisce, magari da anni, uno stabilimento balneare. A queste persone – commenta Montemagni – dico, però, di non perdere la fiducia nella Lega che, da sempre, principalmente con l’allora Ministro Centinaio, è costantemente al fianco di questi operatori, proponendo, lo ricordiamo, di estendere al 2033 la durata delle concessioni. Il testo approvato dal Cdm già migliorato rispetto all’iniziale, grazie proprio all’impegno dei nostri rappresentanti, ora dovrà, infatti, passare al vaglio del Parlamento e il mio partito, con Matteo Salvini in testa, sono certa che s’impegnerà, per l’ennesima volta al massimo, per tutelare appieno le migliaia di piccole imprese ed i tanti lavoratori che agiscono in questo settore, molto importante per il settore turistico. Non abbiamo la bacchetta magica ma conoscendo molto bene la determinazione dell’attuale sottosegretario Centinaio, sono certa che troveremo il modo, per limitare al minimo i disagi ai balneari. Insomma non molleremo di un centimetro su una questione che, a partire dalla sottoscritta(tra l’altro, abbiamo una mia mozione in tal senso ancora da trattare in Aula) ci sta particolarmente a cuore”.
“Rivendichiamo di essere stato l’unico partito a opporsi in sede italiana e europea alla direttiva Bolkestein e, al tempo stesso, di non aver mai avuto un atteggiamento clientelare verso balneatori – commenta Rifondazione Versilia -. C’è molto di più, trattandosi di regolamentare l’utilizzo di un bene comune come il demanio marittimo che dovrebbe essere tramandato integro alle generazioni future e che ha anche un enorme valore paesaggistico e naturalistico. La spiaggia è di tutte e tutti e delle generazioni future. Serve quindi uno stop alla cementificazione: bisogna porre l’attenzione alla riqualificazione ambientale e paesaggistica dopo anni di cementificazione e recinzione selvagge degli arenili incentivate da una normativa nazionale clientelare che ha dato ai titolari delle concessioni la sconsiderata possibilità di un rinnovo automatico delle concessioni. Inoltre stato, regioni e comuni hanno sanato abusi e consentito la sostanziale privatizzazione delle spiagge e l’oscuramento della vista mare. Le nuove concessioni devono prevedere la riduzione dell’occupazione dell’arenile con costruzioni e recinzioni”.
“C’è bisogno di un piano per la riqualificazione delle spiagge e la materia sarebbe auspicabile che tornasse tra le competenze dello stato perché gran parte delle regioni hanno portato avanti una visione clientelare del Piani demaniali marittimi – va avanti Rifondazione Versilia -, Gestione pubblica e spiagge libere: non è vero che l’alternativa è tra le gare e l’attuale situazione di privilegio feudale. In Italia bisogna dare, come ovunque nel mondo, la possibilità ai cittadini di fruire di spiagge libere gestite dai comuni e soprattutto bloccare ogni nuova concessione per salvaguardare i tratti di spiaggia ancora non antropizzati. I comuni possono decidere di non rimettere a gara e di procedere alla gestione diretta coinvolgendo chi ha per tradizione lavorato nel settore o cooperative”.
“Regole contro lavoro nero e illegalità – va avanti ancora Rifondazione -. Questa dovrebbe essere l’occasione non solo per una gestione trasparente dei bandi, ma anche per prevedere norme antievasione e soprattutto contro lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori del settore più volte agli onori della cronaca perché in nero, malpagati e con turni estenuanti. I regolamenti dei bandi devono per questo prevedere una chiara definizione di clausole ad hoc sull’applicazione, pena la decadenza della concessione, dei contratti di lavoro di settore al personale impiegato negli stabilimenti balneari. Garantire l’accesso: occorre porre fine alla situazione per cui lunghi tratti di littorale sono di fatto privatizzati a tutti gli effetti con l’impedimento dell’accesso se non a pagamento. Chiediamo che si preveda di inserire nei bandi l’obbligo di destinare almeno il 30% dei litorali balneabili ad uso libero”.