8 marzo, i donatori di sangue omaggiano le donne del Centro trasfusionale della Versilia
In occasione della ricorrenza Avis, Fratres, Fidas e Coldiretti saranno all’entrata dell’ospedale per sensibilizzare e offrire un fiore
Ricordare a tutti che le donne non andrebbero considerate solo l’8 marzo, ma ogni giorno dell’anno. E’ questo l’obiettivo delle associazioni del dono del sangue Avis, Fratres, Fidas e Coldiretti, che per la festa della donna saranno davanti all’ospedale Versilia per sensibilizzare e offrire un omaggio floreale a tutte le donne, alle donatrici e a tutte le operatrici del Centro trasfusionale.
“Le donne che scelgono di diventare donatrici – afferma Maria Silvia Raffaelli, responsabile del centro trasfusionale dell’ospedale Versilia – sono convinte, molto generose e ci mettono tutta la loro passione. Negli ultimi anni le donne sono più presenti e attive anche nelle associazioni del dono del sangue, ma ai livelli dirigenziali sono ancora poche. E’ vero che i ruoli di responsabilità si conquistano lavorando con efficienza ed efficacia in moda da creare pari opportunità. Questo è uno sprone a tutte le donne che vorranno impegnarsi nella diffusione della cultura del dono del sangue nella nostra società, realizzando progetti nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di svago, creando iniziative atte a sensibilizzare in particolare i giovani che non hanno ancora la consapevolezza del bisogno del sangue”.
“La donazione è un piccolo, grande gesto che salva la vita: se si può, perché non farlo? – afferma la dottoressa Raffaelli – Coloro che diventano donatori, donne o uomini che siano, sono indispensabili perché indispensabile è il loro dono senza il quale la sanità pubblica va in sofferenza. Pensiamo ai periodi in cui si verifica grave carenza di sangue: molti interventi chirurgici vengono rimandati e c’è il rischio che manchi quel supporto vitale per poter eseguire terapie indispensabili per la cura di gravi malattie”.
“In occasione dell’8 marzo – conclude la dottoressa – le associazioni, con il loro omaggio, vogliono invitare nuove donne a diventare donatrici e a trovare spazi e ruoli da spendere per se stesse e per il sociale. Spendere le proprie energie per questa causa rende l’umanità più altruista nel condividere quel liquido vitale, che è rosso per tutti come il cuore e che scorre nelle vene per garantire la vita. Vita che in questi tempi bui è minacciata da venti di guerra dove il sangue viene versato e non donato”.