Capitale italiana della cultura 2024, la scelta cade su Pesaro. Ma Viareggio ha vinto lo stesso
Questa mattina (16 aprile) la proclamazione al ministero della cultura. Del Ghingaro: “Abbiamo messo sulla carta un sogno”
Viareggio non sarà capitale italiana della cultura 2024, ma ha vinto lo stesso. Anche perché si potrà comunque fregiare del titolo di ‘Città finalista capitale italiana della cultura 2024’ e proseguire comunque nella programmazione per promuovere l’attività culturale inserita nel dossier.
È stato svelato questa mattina (16 marzo) al ministero della cultura, davanti al ministro Dario Franceschini, il nome della città vincitrice, scelta dalla giuria presieduta da Silvia Calandrello all’unanimità: si tratta di Pesaro, che ha dedicato la vittoria alla città ucraina di Kharkiv.
Entusiasta e soddisfatto del percorso il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: “Grazie ai matti sognatori – aveva scritto già in mattinata – Ci siamo dannati, ci siamo divertiti, abbiamo corso, faticato e riso. Abbiamo valutato ogni numero ed ogni parola, c’abbiamo messo amore, entusiasmo e competenze. Abbiamo messo sulla carta un sogno, una visione per Viareggio per il suo futuro, ma sempre con i piedi per terra e la concretezza che ci caratterizza. Il progetto della Capitale della Cultura 2024 nasce da questo intreccio di cose, tutte messe insieme e tutte ugualmente belle. Voglio ringraziare tutti, quelli che ci hanno lavorato, quelli che ci hanno criticato e che ci hanno stimolato a fare di più, quelli un po’ invidiosi e rancorosi che c’hanno preso in giro ed hanno fatto scattare in noi la molla dell’orgoglio, ma il ringraziamento più intenso va a quelli che ci hanno creduto, a quei pazzi come me che fin dal primo momento erano certi di essere oggi a Roma, a portare Viareggio nelle città delle eccellenze d’Italia”.
“Complimenti a Pesaro e al sindaco Matteo Ricci, e un saluto a tutte le città che hanno partecipato” questa la dichiarazione del sindaco dopo la conferenza stampa al ministero della cultura che ha visto Pesaro vincere il titolo di capitale della cultura per il 2024.
“Il percorso che ci ha portato al ministero è stato emozionante: abbiamo progettato investimenti strutturali e iniziato un lavoro che non andrà perduto – continua il primo cittadino – Viareggio è impegnata a costruire il suo futuro – un futuro che solo qualche anno fa sembrava impossibile. Questa esperienza ha dimostrato che la città ha i numeri per essere al centro della vita culturale del Paese. Abbiamo dimostrato serietà, compattezza, autorevolezza”.
“Siamo sole e mare: ma anche storia, eventi, arte. Creatività e coraggio. Siamo la leggerezza del Carnevale e l’intensità di Puccini: il 2024 apre un biennio di celebrazioni che porteranno Viareggio sotto i riflettori del mondo. Avanti – conclude Del Ghingaro – che siamo già ripartiti”.

“Viareggio aveva tutte le carte in regola per diventare capitale della cultura 2024. Infatti il suo progetto è arrivato allo sprint finale, tra le dieci città selezionate”. Lo scrive sui social il senatore Pd Andrea Marcucci. “È stato comunque un percorso importante – continua- bisogna ringraziare il sindaco della città Giorgio Del Ghingaro e la sua giunta per l’ottimo lavoro fatto. Peccato per la decisione finale della giuria, e complimenti a Pesaro, alla fine prescelta come capitale della cultura”.
Non m,ancano anche i commenti critici: “I progetti veri vengono premiati, e così Pesaro sarà capitale della cultura 2024. I litigi, gli egoismi della politica targata Pd, avvinghiata in uno stucchevole derby con Lucca nel nome di Puccini, hanno fatto perdere tempo prezioso alla città di Viareggio nella corsa con le altre nove finaliste italiane. Un territorio ricco di storia, che vive di cultura, intesa come patrimonio artistico-culturale, come quello della provincia di Lucca ha perso un’occasione storica per riconquistare spazi sul mercato del turismo delle città d’arte nel periodo post pandemico. I campanilismi politici, quando al contrario si sarebbe dovuto guardare all’interesse supremo del territorio, hanno alla fine partorito un progetto debole, lontano dalla possibilità di centrare un obiettivo che si sarebbe tradotto in un volano di ripresa, anche economica”. Lo dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi.
“Per cercare di unire il territorio e per un dialogo costruttivo – sottolinea Fantozzi – mettemmo insieme, con un confronto online, amministrazioni, enti, soggetti culturali e commerciali di Lucca e Viareggio. Tutti insieme per la provincia di Lucca, questo è sempre stato l’obiettivo. Non ci resta che fare i complimenti alla città di Pesaro, alla sua amministrazione e ai pesaresi per la stimolante esperienza che li attende”.
Critica anche Barbara Paci, capogruppo del gruppo misto in consiglio comunale a Viareggio: “Fin da subito ho fatto notare che nel progetto viareggino mancavano due elementi che sono tra i capisaldi per diventare capitale della cultura, l’inclusione e la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni per costruire un progetto cittadino collettivo. Non mi meraviglio affatto di questo risultato: fin da subito mi è sembrato che la giunta abbia affrontato questo percorso in maniera superficiale e supponente, cosa che non ho mancato di evidenziare sia in commissione cultura, sia in consiglio comunale. Quello che ne è scaturito è stato un progetto lacunoso ed a tratti confuso dove sono venuti meno gli obiettivi stessi per individuare la capitale della cultura. Coinvolgere tutte le realtà culturali e sociali del nostro territorio doveva essere la base del progetto come capitale della cultura. Un progetto culturale collettivo per la città che doveva iniziare già quest’anno. Questo non è avvenuto. Sotto gli occhi di tutti c’è stata anche la somma stanziata per il confezionamento del dossier, 250mila euro e ben 135 milioni per la sua realizzazione, di cui 50 milioni messi a budget dal Comune, secondo la dichiarazione del sindaco durante la presentazione alla commissione e ufficializzati dalla documentazione presentata. È lecito chiedersi come un cCmune possa stanziare così tanti soldi per un singolo progetto destinato alla capitale della cultura, circa 20 volte superiore alla media dei progetti di altre candidate. Propongo a questo punto – concludendo – che una piccola parte di questi 50 milioni, destinati alla cultura, vengano utilizzati per progetti culturali virtuosi ed inclusivi, per contro destinare la maggior parte di questo enorme budget ad altre attività prioritarie per la città soprattutto in un periodo di crisi come questo”.