Dal Teatro di Leopoli a Torre del Lago: 140 artisti ucraini mettono in scena ‘La Boheme’

Fuori programma per il ‘Puccini Festival’: domani (23 agosto) l’omaggio solidale alla soprano Solomija Krusceniski
Omaggio anche alla grande soprano ucraino Solomija Krusceniski, cittadina di Viareggio, nell’anniversario dei 150 anni dalla nascita celebrato anche dall’Unesco.
Fuori programma domani (23 agosto) nel gran teatro all’aperto di Torre del Lago va in scena la Boheme: 140 tra tecnici e artisti in arrivo da Leopoli saranno accolti sul territorio grazie anche al sostegno della direzione per la diplomazia culturale, ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Un’iniziativa dall’alto valore simbolico, un contributo alla ripresa del celebre Teatro dell’Opera e del Balletto della Città di Leopoli, uno dei massimi monumenti storico-culturali della città che a causa della guerra ha dovuto interrompere le proprie attività ed inviare al fronte tanti dei suoi artisti. La serata – che vede anche la partecipazione dell’ambasciata d’Italia a Kiev e dell’Istituto italiano di cultura – sarà trasmessa in streaming e condivisa con il mondo intero. La serata è stata resa possibile anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Per l’occasione domani (23 agosto) le associazioni I Colori per la Pace e Robert F. Kennedy Human Rights Italia, attive nel campo della promozione e diffusione dei valori della pace, dei diritti umani e della solidarietà tra i popoli soprattutto nelle scuole, inaugureranno nel foyer del Gran Teatro Giacomo Puccini, in collaborazione con la Fondazione Festival Pucciniano una mostra dei disegni di bambine e bambini ucraini provenienti da varie città quali Kyev, Dnipro, Mariupol e Leopoli, nonché dei bambini e delle bambine della Scuola d’Arte di Apsa de Jos in Transcarpazia che nel mese di maggio scorso ha siglato un Patto di Amicizia con la scuola primaria Compagni-Carducci di Firenze. I disegni, insieme a migliaia di altri provenienti da tutto il mondo, sono stati esposti al Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema lo scorso 12 agosto in occasione delle celebrazioni per il 78esimo anniversario della strage. L’arte e la sensibilità dei bambini e delle bambine di diversi Paesi si unisce alla musica come veicolo di pace e solidarietà.




Il teatro di Leopoli
Fu costruito tra il 1897 e il 1900 e originariamente era chiamato Grand Theatre. Per quattro decenni il teatro fu conosciuto come Teatro Accademico Statale dell’Opera e del Balletto di Leopoli Ivan Franko, essendo stato ribattezzato nel 1956 in onore del famoso poeta e attivista politico della città nel centenario della sua nascita. Nel 2000, l’Opera di Leopoli ha celebrato il proprio centenario con un altro nome, questa volta in onore di una delle figlie native della città, Solomija Krušel’nyc’ka, una rinomata soprano dell’inizio del XX secolo.
La sua voce unica e la sua marcata personalità conquistarono i teatri lirici di tutto il mondo. Dopo il successo in Madama Butterfly a Brescia (1904) decide di stabilirsi a Viareggio dove conosce il sindaco, Cesare Riccioni. I due si sposano a Buenos Aires ma vivono fino al 1938 a Viareggio. Una voce unica, una personalità di grande spessore la resero una delle figure di spicco nel mondo della lirica, ma anche una delle donne ucraine più famose al mondo. Ancora oggi viene celebrata e ricordata come una delle personalità più carismatiche della storia del Paese, così come è immensa l’eredità che ha lasciato, sia dal punto di vista artistico che umano.
Solomija era nata a Biliavyntsi, oggi Regione di Ternopil (all’epoca regno di Galizia) in una famiglia di antiche e nobili origini appassionata di musica: sua madre cantava in un coro e le trasmise la passione per il canto. Solomija si distingueva per la voce e il suo era un canto angelico, melodioso, che non passava inosservato. Al canto affiancò lo studio del pianoforte: fu lei l’interprete del trionfo di Madama Butterfly al Teatro Grande di Brescia dopo che l’opera era caduta alla sua prima al Teatro alla Scala. Era stato Puccini a chiederle di essere lei l’interprete e Salomea aveva preso molto sul serio questo impegno, tanto da trascorrere tre mesi a ripassare la parte, indossando perfino gli abiti di scena per immedesimarsi ancor più nel suo personaggio. Dopo il grande successo di Madama Butterfly a Brescia (28 maggio 1904) Salomea decide di stabilirsi a Viareggio. Rimasta vedova, donò la sua ampia biblioteca al comune e chiese di poter tornare a Leopoli, sua regione natale. La accontentarono poiché era una celebrità e le dedicarono il teatro nazionale. Purtroppo quelli furono anni nefasti, prima i nazisti poi i sovietici le impedirono di tornare in Italia, nell’amata Viareggio e così nel 1952 morì lontana.