Festival Puccini, al via la tre giorni dedicata all’opera nell’era moderna

Primo appuntamento domani (25 agosto) alle 16 al Gamc con ‘Bussotti e la modernità’
Prende il via domani (25 agosto) la tre giorni dedicata alla ricerca di una risposta su dove va il mondo dell’opera.
Uno spunto di riflessione voluto dal direttore artistico del Festival Puccini Giorgio Battistelli nel cartellone che sarà approfondito nel corso del convegno internazionale in programma dal 25 al 27 agosto alla Galleria d’arte moderna e contemporanea Lorenzo Viani a ingresso libero e che vedrà confrontarsi sull’argomento, musicisti, musicologi, organizzatori di festival e direttori artistici.
Il convegno è curato da Michele Girardi che ha chiamato a Viareggio rappresentanti del mondo musicale. Quo vadis opera? è la questione che verrà discussa in quattro sessioni dedicate a temi chiave, come l’indagine sul ‘canone’ operistico, la narrazione teatrale oggi, nel contesto del teatro di regia e dei media, il ruolo degli interpreti, lo spazio scenico e altro.
Il programma
Domani (25 agosto) alle 16: Bussotti e la modernità. Un ‘siparietto’ per Sylvano Bussotti, figura poliedrica di artista a tutto campo, scomparso nel settembre del 2021, sarà un doveroso omaggio a un protagonista del teatro musicale a partire dagli anni Sessanta, un autore d’avanguardia, per il linguaggio musicale e l’articolazione drammaturgica, con un forte radicamento estetico nel melodramma e un amore speciale per Giacomo Puccini, di cui ha dato prova proprio a Torre del Lago, agli inizi degli anni Ottanta, mettendo in atto una sua idea di Festival pucciniano. Saluti istituzionali Giorgio Battistelli, presiede e introduce Michele Girardi. Federica Marsico presenta Gli occhi aperti verso il futuro: Bussotti e Puccini con interventi di Francesco Filidei e Antoine Gindt a cui seguirà un dibattito.
Alle 18,30 concerto gratuito dedicato a Sylvano Bussotti con Roberto Fabbriciani flauti e voce, Francesco Gesualdi fisarmonica, Omar Cecchi percussioni.
Venerdì (26 agosto) alle 10: Un nuovo canone operistico? Dopo i primi vent’anni del ventunesimo secolo, possiamo individuare una sorta di canone operistico, che funga da punto d’incontro fra il pubblico e gli artisti? ci sono lavori, strutture in grado di creare un orizzonte d’attesa? come si scelgono oggi i nuovi soggetti? e che ruolo rivestono nel processo creativo la figura del Dramaturg e quella del regista? In settembre il Festival della Biennale è intitolato Out of stage, e il programma propone una rassegna dedicata al teatro sperimentale, di ieri oggi domani. Potrebbe essere un punto di partenza? Presiede Giordano Ferrari, intervengono Claudio Ambrosini, Marco Stoppa e Antoine Gindt.
Sempre venerdì (26 agosto) alle 15,30 spazio a L’opera del Duemila e i suoi intrecci. Nella storia del genere-opera si possono cercare le premesse per il futuro? In molti hanno considerato Turandot come il testamento del melodramma: si possono rintracciare casi simili a partire dal secondo dopoguerra, o prevale il rinnovamento senza ripensamenti? Contestato dalle avanguardie radicali fin dai primi anni Cinquanta, il teatro musicale non ha mai smesso di attrarre i compositori, in forme diverse e nelle definizioni più varie – azione mimoscenica, mimodramma, opera rock, radiodramma, opera immaginistica, opera-video, ludodramma, teatro-danza, opera-istallazione, film-opera, opera partecipativa / interattiva / immersiva, 3D opera –, individuano categorie sempre più specifiche, fino a cogliere il carattere delle partiture, nel genere (azione musicale napoletana, leggenda musicale) o nel titolo (Bozzetto siciliano). Minimalismo, Neoromanticismo e altri ismi? Quanto conta il ludus nell’esperimento? Presiede Gianluigi Mattietti, intervengono Giordano Ferrari, Francesco Filidei, Marco Mazzolini.
Alle 21,15 poi la Toscadi Giacomo Puccini va in scena a Torre del Lago, al Gran Teatro all’aperto.
Sabato (27 agosto) appuntamento con il dibattito I luoghi teatrali e i Media nel racconto dell’opera oggi. Da decenni in maniera sistematica si fa teatro musicale ovunque, non solo nelle sale dei teatri, ma oggigiorno lo spazio è anche una fonte d’spirazione specifica per gli spettacoli. Inoltre i nuovi Media, a cominciare dal computer, non sono più solamente strumenti per nuove sonorità a servizio dell’immaginazione del pubblico (com’era la musica in scena nell’opera tradizionale), ma entrano sovente da protagonisti nei progetti di autori e registici. I nuovi orizzonti mediatici consentono una diffusione del genere opera sino a qualche anno fa impensabile, che ruota attorno al perno di internet. I nuovi mercati del video sono ora spalancati per tutti, artisti, organizzatori, ecc. Le implicazioni di questa situazione sono davvero molte, ed è importante discuterle. Presiede Fortunato Ortombina mentre intervengono Daniele Abbado, Uwe Friedrich, Gianluigi Mattietti.
Alle 21,15 chiusura con La rondine al Gran teatro all’aperto di Torre del Lago.