Metafisica e quotidiano si incontrano nelle opere di Sandro Luporini

Inaugura la mostra alla Gamc di Viareggio
Dipingere l’ansia per dipingere la storia – libertà è partecipazione, questo il titolo dell’esposizione di Sandro Luporini, allestita alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Viani da oggi (12 novembre) a domenica 8 gennaio.
In tutto 82 quadri a olio, 6 opere grafiche originali, 15 tecniche miste: in più 40 manifesti, immagini, foto e testi del lavoro di scrittore svolto insieme a Gaber: l’esposizione, ideata da Philippe Daverio con aggiornamenti di Giuseppe Cordoni, è organizzata dal Comune di Viareggio in collaborazione con l’associazione Adac.
Il vernissage si tiene oggi (12 novembre), alle 18, alla presenza di Sandro Luporini: valore aggiunto all’evento, l’esibizione live di Giulio D’Agnello.
Ricco di valori e di raffinata poesia, come artista autentico in grado di esprimersi al meglio e dare emozioni, sia come scrittore-poeta sia come pittore, che sa cogliere l’essenzialità lirica dell’immagine più normale, quotidiana, che trasforma in pura magia. Di Luporini colpisce la capacità lenticolare di cogliere il dettaglio rivelatore senza intaccare il mistero dei paesaggi, degli oggetti o delle figure: bastimenti all’orizzonte, spiagge frequentate da passeggiatori solitari, luci sospese in un’atmosfera atemporale.
Il metafisico e il quotidiano si toccano a tal punto da lasciare a questa semplicità un senso di smarrimento che non riguarda l’artista ma chi si incontra con le sue opere. Luporini conosce la sua canzone e la canta con le sue note, quelle necessarie, ma chi l’ascolta resta abbagliato dal sottinteso, fragile come le immagini proposte, come la folata di vento che non arriva ad animare le vele delle barche e l’ombrellone chiuso in attesa dell’estate o del sole che, prima o poi, farà capolino dalle nuvole.
“Da oltre 50 anni Sandro Luporini, viareggino di nascita e di spirito, milanese d’adozione, è un combattente dell’arte silenzioso, paziente, solitario – ha detto il sindaco Giorgio Del Ghingaro -: fidato mentore di Giorgio Gaber, è un personaggio e artista difficilmente collocabile. Caparbiamente impegnato, eppure signorilmente fuori dal coro: pittore importante della neo figurazione e poeta protagonista del fermento culturale dagli anni 50 e 60, schivo e lontano dai salotti di potere. Da sempre molto poco interessato alla promozione di sé tuttora resiste alle insidiose lusinghe della mondanità, così come alle facili classificazioni. Nei suoi testi non risparmia sferzanti critiche politiche, sociali e di costume: in pittura pratica la figurazione anche quando viene sbeffeggiata dalla critica. Luporini attraversa la vita, che osserva e rappresenta, con discrezione, ironia e passione. Ringrazio Adac, l’associazione per la diffusione dell’arte e della cultura che di Luporini promuove l’opera e conserva l’archivio, e quanti si sono impegnati per la buona riuscita dell’evento. Il mio invito è quello di visitare l’esposizione, che valorizza e insieme fruisce della bellezza del nostro museo: una Galleria vista mare, sospesa fra terra e cielo, nell’atmosfera tutta viareggina che Luporini conosce ed evoca, di semplice ma straordinaria normalità”.
“Dopo il mio primo incontro son Sandro Luporini avvenuto nel 1972, all’amicizia abbiamo unito il lavoro. Sono passati cinquant’anni – dice Adriano Primo Baldi, associazione Adac -. Nutro verso l’uomo, il pittore e lo scrittore, la stessa fiducia e la stessa ammirazione dei primi incontri milanesi. Il nostro luogo di ritrovo era lo studio sotterraneo di Gianfranco Ferroni in via Bellezza. Non perché l’arte dovesse essere sotterranea come intendeva Duchamp, ma semplicemente perché lo studio “underground” di Ferroni era diventato un punto di incontro di diversi artisti figurativi che costituivano una piccola “rete di resistenza” allo straripante potere dell’astratto e dell’informale. Le discussioni si protraevano fino a notte inoltrata con l’ausilio d’immancabili bottiglie di vino, e sigarette il cui fumo restava sospeso a mezz’aria nella stanza fino all’alba. Eravamo nell’immediato post sessantotto e Sandro Luporini, come un giovane Majakovskij, ci intratteneva con dissertazioni filosofiche – esistenziali proiettandoci nel futuro della pittura, del teatro, della letteratura e … della vita”.