‘Italia – Brasile 3-2. Il ritorno’: un gioiello nelle scrigno del teatro dell’Olivo di Camaiore

Un’ora e mezzo di puro divertimento ed emozione a 40 anni dalla gara del Mundial ’82: un match che ha fatto la storia diventa narrazione privata e intima
Chi lo ha detto che nei piccoli teatri non possono essere ospitati grandi spettacoli?
Uno splendido esempio è quello che si è avuto ieri sera (21 gennaio) al teatro dell’Olivo di Camaiore, un piccolo gioiello nel paese versiliese alle pendici della collina.
A portare insieme ricordi, emozioni, dolore e, soprattutto, tante risate e buonumore è stato il palermitano Davide Enia, accompagnato in scena dai musicisti Giulio Barocchieri e Fabio Finocchio.

Il pretesto è la narrazione, a 40 anni di distanza, della gara dei mondiali di calcio 1982 fra Italia e Brasile. In un monologo di un’ora e mezzo, esattamente la durata di una partita di calcio, più recupero, l’evento più ricordato da un’intera generazione da pubblico diventa fatto privato, la narrazione di una famiglia che fra le sue abitudini e scaramanzie, si ritrova per assistere al match contro i ‘marziani’ verdeoro.
E nel racconto di un Davide Enia ispiratissimo, rutilante e vulcanico quanto emozionante e ispirato, scorrono tutti i personaggi che hanno fatto la storia di quella partita e con essa la storia del ‘pallone’: Paolo Rossi, ovviamente, che in questa riedizione del testo (non a caso lo spettacolo si chiama Italia – Brasile 3-2. Il ritorno) dopo la sua morte viene rievocato come un fantasma al di fuori del tempo, Dino Zoff, il ‘generoso’ Ciccio Graziani, Socrates, Falcao, Zico, l’indimenticato Scirea, il ‘bellissimo’ Antonio Cabrini. E non solo, fra amarcord e racconti, contrappuntati da una musica coinvolgente o semplicemente di accompagnamento, nella narrazione trovano posto anche Garrincha, campione del mondo con il Brasile nel 1958, morto povero e solo a Rio De Janeiro e il racconto della ‘partita della morte’ durante la seconda guerra mondiale fra giocatori ucraini e una compagine di invasori nazisti.
Un’ora e mezzo di spettacolo che scivola via senza un attimo per riprendere il fiato, fra risate ed emozioni e che si conclude con tutto il pubblico in piedi a ballare con l’attore, che invita a farlo perché riappropriarsi del corpo, dopo il periodo del Covid e dei lockdown, è il gesto più politico che ci possa essere.
Un gioiello, insomma, questo Italia – Brasile 3-2. Il ritorno (prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Sipario Toscana
in collaborazione con la Fondazione Armunia Castello Pasquini Castiglioncello-Festival Inequilibrio) uno scrigno come il teatro di Camaiore. Che è anche un invito a scoprire le piccole produzioni anche in realtà periferiche.
Foto Tony Gentile