Viareggio, la maggioranza: “Ripristinare il fondo per il contributo affitto e morosità incolpevole”

La richiesta protocollata in Comune
Le liste di maggioranza del Consiglio comunale di Viareggio hanno protocollato oggi (29 marzo) una mozione nella quale si chiede a sindaco e giunta di attivarsi per il ripristino del finanziamento del fondo nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole.
“Il 29 dicembre scorso – si legge nell’atto – è stata pubblicata in Gazzetta la legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. Nel provvedimento non è stato confermato il Fondo Nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole: fondo che era destinato alla famiglie a basso reddito con il quale fino ad oggi era stato possibile contenere il numero degli sfratti per morosità. Uno strumento fondamentale che ha concorso anche a ridurre i conflitti tra proprietà e inquilini”.
Come si ricorderà infatti, nel 2022 il fondo nazionale ammontava a 330 milioni di euro: alla Regione Toscana erano stati assegnati 20.986.384,70 euro di cui 169.159 euro destinati al Comune di Viareggio.
“La scelta di eliminare tale fondo – continuano i consiglieri – getterà migliaia di famiglie nella condizione di dovere scegliere quotidianamente tra il fare la spesa, pagare le bollette o versare il canone di locazione”.
La mozione impegna il sindaco e la giunta a “chiedere al Governo un provvedimento straordinario e d’urgenza che preveda anche per il 2023 il finanziamento del Fondo di cui in oggetto, in misura adeguata in considerazione del peggioramento degli indicatori economici e dei dati Istat consultabili; ad attivarsi con il Prefetto affinché vengano adottate misure di interruzione dei termini di tutti gli sfratti per morosità incolpevole in assenza del provvedimento di rifinanziamento del Fondo; a sollecitare la Regione Toscana affinché si faccia carico della problematica e si attivi nei confronti delle Istituzioni preposte inviando il presente ordine del giorno al Parlamento Italiano e al Governo”.