‘La Bohéme’ ambientata nel Maggio francese apre la 69esima edizione del Festival Puccini

Sul podio di orchestra e coro del Festival Puccini il maestro Alberto Veronesi. Sabato la Turandot
La Bohème inaugura domani (14 luglio) la 69esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago, nuova produzione per la regia di Christophe Gayral che propone una nuova lettura del capolavoro pucciniano, più attuale e vicina ai nostri tempi.
Sul podio di orchestra e coro del Festival Puccini il maestro Alberto Veronesi. I protagonisti sono Claudia Pavone, Federica Guida, Oreste Cosimo, Alessandro Luongo, Sergio Bologna e Antonio Di Matteo.

La Bohème (nuovo allestimento) è l’affresco musicale che Giacomo Puccini dedica alla gioventù, alla spensieratezza, ai sogni e all’amore. Sarà in scena per 4 rappresentazioni (14 e 29 luglio – 10 e 25 agosto) con una nuova produzione. La vita bohémienne del gruppo di giovani artisti, idealisti e senza quattrini è ambientata sullo sfondo del “maggio francese” tra il Natale del 1967 e i primi mesi del ’68. I fermenti di ribellione dei giovani francesi di quel periodo storico sono riconoscibili nella scena ideata da Christophe Ouvrard, scenografo francese formatosi a l’école des Beaux Arts de Bordeaux e con al suo attivo numerosi allestimenti di successo in Francia, Germania, Austria. La regia dello spettacolo è affidata a Christophe Gayral, che dopo un inizio di carriera come attore in spettacoli di teatro classico e contemporaneo, di marionette, teatro di strada, cabaret, danza contemporanea, coro di strada, si è dedicato alla regia firmando numerosi spettacoli in Francia e anche in Italia. “Inverno 1967: la nostra Bohème inizia in questo periodo, naturalmente a Parigi. Saremo in un atelier comune di artisti, sui Grand Boulevard davanti al Café de Flore, in uno squallido cabaret per turisti a Pigalle… in un freddo Natale dove già si intravedono gli inizi di questa rivoluzione sociale dell’amore… Per me – dice il regista Christophe Gayral – il 1968 è stato un momento emblematico della storia in cui anche i giovani come Rodolfo e i suoi amici, musicisti, filosofi e pittori, hanno voluto credere in nuovi ideali e nuovi valori. L’opera di Puccini ci tocca profondamente con il suo melodramma perfetto, ma anche con i suoi personaggi accattivanti, che in fondo sono personaggi di tutti i tempi. Questi “bohémiens” senza tempo sono innanzitutto giovani, poveri, artisti, emarginati, ma soprattutto persone entusiaste della vita. Sfruttare al massimo il momento, perdersi nell’amore, godersi i piaceri senza mai preoccuparsi del domani, ubriacarsi di vino e di carezze, è l’incarnazione della gioventù che fa del “carpe diem” la propria gioiosa filosofia di vita!”
“La Francia – prosegue il regista – con la rivoluzione del maggio 1968 (ma anche l’Italia con il suo Maggio strisciante) è stata per alcuni giovani “bohémiens” un momento non solo di violente rivendicazioni sociali, ma anche di rivoluzione gioiosa, utopica e poetica, proprio come il loro famoso slogan Sous les pavés… la plage. che riassume la speranza di un mondo nuovo, una bolla d’amore e di libertà fraterna. La nostra Bohème si conclude nella primavera del 1968: Mimi e Musetta hanno finalmente lasciato i loro amici bohémien in cerca di una vita più semplice e l’ultima scena, illuminata dal caldo sole primaverile del maggio ’68, riscalda tragicamente il cuore di Mimi che rimpiange – troppo tardi – la leggerezza della sua precedente vita bohémien… Non c’è modo di fermare il corso della storia, che lascia i suoi personaggi in disparte fino a quando… la prossima rivoluzione”:
Gli interpreti: il poeta Rodolfo è Oreste Cosimo, il pittore Marcello Alessandro Luongo, il musicista Schaunard Sergio Bologna, il filosofo Colline Antonio Di Matteo, amici che ogni giorno devono ingegnarsi per combattere il freddo e mangiare ma, forti della loro profonda amicizia, affrontano con spirito goliardico i problemi del quotidiano. Alla bellissima storia di amicizia si aggiunge l’emozionante storia d’amore tra Mimì, Claudia Pavone e Rodolfo che culmina con la morte di Mimì e che segna la fine di tutti i loro sogni. Musetta sarà Federica Guida. I costumi sono firmati da Tiziano Musetti, da un’idea di Edoardo Russo. Sul podio Alberto Veronesi guiderà l’orchestra e il coro del Festival Puccini. Il disegno luci è firmato da Peter Van Praet.
Completano il cast Benoit Angelo Nardinocchi, Alcindoro Alessandro Ceccarini, Parpignol Marco Montagna, il sergente dei doganieri Francesco Auriemma. I movimenti coreografici sono di Angelo Smimmo, anche assistente alla regia, con Lorenzo Massimo Mucci. Sound designer Luca Bimbi. Il coro del Festival Puccini è istruito da Roberto Ardigò, il coro delle voci bianche del Festival Puccini è diretto da Viviana Apicella.
Sabato 15 luglio ci sarà la prima rappresentazione del capolavoro incompiuto Turandot
Biglietti da 170 a 20 euro. Biglietteria del Festival Puccini 0584.359322 e www.puccinifestival.it.