Festival Puccini, Veronesi dopo il licenziamento: “Spesi soldi dello Stato per prove straordinarie”

Il Maestro all’attacco: “Sicuro che l’arroganza della Fondazione dimostrata in questo episodio non mancherà di essere sanzionata nelle sedi opportune”
“Il Festival Puccini ha convocato una prova straordinaria, impiegando soldi e risorse dello Stato – configurando tra l’altro anche un consistente danno erariale – per far fare a coro, orchestra, banda, cantanti e comparse, una prova straordinaria il 28 luglio onde poter realizzare quella che si configura come una vera e propria purga staliniana”.
Così il maestro Alberto Veronesi dopo il licenziamento da parte del presidente della Fondazione Luigi Ficacci, e la conseguente riassegnazione dell’incarico di direttore d’orchestra per le repliche della Bohème del regista francese Christophe Gayral. Opera che, il presidente del Comitato per le celebrazioni pucciniane, aveva eseguito ‘bendato’ in segno di protesta con l’interpretazione ‘sessantottina’ del regista francese’, sancendo di fatto la fine del rapporto lavorativo con il Festival Puccini.
“Si prende atto che il Festival Puccini, a fronte di un regista che ha annunciato e realizzato una regia ‘politica’, e che si è presentato al pubblico, tra i fischi, con il pugno chiuso alzato, ha licenziato, in sua vece, il direttore d’orchestra, che aveva osato dissociarsi in maniera silente da una ‘regia-comizio’, con una benda sugli occhi – prosegue Veronesi -. Da qui la necessità di una prova plenaria aggiuntiva per il nuovo direttore d’orchestra sostituto. Si è inaugurato a Torre del Lago un modello di gestione teatrale schierato e intransigente, sul modello della politica culturale di Andrei Zdanov, storico censore della politica culturale sovietica. Rimango fermamente convinto delle mie azioni e condanno duramente la deriva ideologica e intransigente presa dalla Fondazione Festival Puccini, sicuro che l’arroganza della Fondazione dimostrata in questo episodio non mancherà di essere sanzionata nelle sedi opportune”.