Cave, il comitato alla carica: “No alla vendita del monte Altissimo”

26 aprile 2024 | 14:01
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Cave, il comitato alla carica: “No alla vendita del monte Altissimo”

Il Fronte del Dissenso: “Uno scempio”

“No alla vendita del Monte Altissimo”. A dirlo è il comitato di Lucca, Fronte del dissenso.

“La recente puntata di Report ha avuto il merito di riproporre all’attenzione nazionale la grave situazione delle Alpi Apuane – si legge in una nota -. Queste montagne, benché teoricamente tutelate dal Parco regionale, vivono una rapina marmifera ormai intollerabile. Se in passato, almeno a parole, si ragionava sul possibile equilibrio tra l’attività estrattiva e la tutela dell’ambiente e del paesaggio, oggi la politica si mostra sempre più asservita ai giganteschi interessi degli imprenditori del marmo. Negli ultimi anni, col silenzio e la complicità attiva delle istituzioni (incluso il Parco) si è arrivati ad un’estrazione annua di 5 milioni di tonnellate di marmo. Ma ancora non basta, visto che recentemente la Regione Toscana ha autorizzato un ulteriore incremento del 5%. Da molto tempo, ormai, alla tradizionale produzione in blocchi destinata per lo più ai rivestimenti (solo l’1% dell’escavato riguarda lo statuario), si è aggiunta l’enorme quantità di marmo che viene strappata alle montagne per essere frantumata per la produzione di carbonato di calcio, a sua volta utilizzato nell’edilizia, nel settore cartario, nella produzione di saponi e come integratore alimentare”.

“Siamo così arrivati all’estrattivismo selvaggio dei nostri giorni – sostiene il comitato -. Una scelta che serve solo ai giganteschi profitti dei padroni del marmo, che spesso registrano utili attorno al 50% del fatturato. A questa percentuale senza eguali, fa riscontro il crollo dell’occupazione nelle cave, scesa attualmente ad un decimo di quella di ottanta anni fa. Sta di fatto che oggi un singolo addetto all’escavazione può arrivare a generare un fatturato di 3 milioni di euro all’anno! Al tempo stesso, la lavorazione del marmo avviene sempre più spesso all’estero, dove viene generalmente esportato in blocchi o lastre. Come se non bastasse, i titolari delle cave pagano (quando va bene) una tassazione ridicola sui blocchi che scendono a valle. Le conseguenze di questa rapina marmifera sono gigantesche ed il disastro ambientale è ormai chiaro a tutti. Le montagne vengono sistematicamente distrutte, i crinali modificati a piacimento, mentre le sorgenti, le falde ed i corsi d’acqua (molti dei quali biologicamente morti) subiscono l’inquinamento dei fanghi della marmettola e degli oli della lavorazione in cava. In questo quadro, caratterizzato dalla forte spinta di diversi comuni della provincia di Lucca verso un ulteriore ampliamento dell’attività estrattiva, è arrivato lo scandaloso sì di Giani e della giunta regionale alla vendita del Monte Altissimo ad una società privata. Si tratta di ben 7 chilometri quadrati (7 milioni di metri quadri) che il Comune di Seravezza vuole vendere alla Henraux Spa, azienda che ha già demolito l’area delle Cervaiole”.

“L’accordo tra il Comune di Seravezza e l’Henraux per il risibile importo di un milione di euro pagabile in comode rate di 100mila euro all’anno – sostiene il comitato – è stato giustamente impugnato da un gruppo di cittadini della montagna di Seravezza, ed al momento si attende la decisione della magistratura. Questi cittadini, ai quali va il pieno sostegno del Fronte del Dissenso, rivendicano il riconoscimento della qualità di uso civico e collettivo dei terreni occupati dalla società Henraux. Essi chiedono, quindi, alla Regione Toscana di procedere all’indizione delle elezioni per la ricostituzione degli organismi dell’amministrazione separata dei beni di uso civico (Asbuc) della montagna di Seravezza. Una mossa che bloccherebbe di fatto la vendita dell’Altissimo all’Henraux. Ma, con una serie di rimpalli pretestuosi tra Comune di Seravezza e Regione Toscana, la ricostituzione dell’Asbuc (dunque il ritorno formale dei terreni interessati alla loro natura di uso civico) è stata finora impedita. La responsabilità politica di questo fatto è assolutamente bipartisan. Destra e centrosinistra sono perfettamente uniti dalla parte dell’Henraux, come sempre avviene quando si tratta di tutelare gli interessi di lorsignori. Ed il fatto che in questo caso tali interessi siano palesemente scandalosi non li ha certo fermati. La vicenda dell’Altissimo ci parla però di un problema più generale che riguarda l’intera area delle Apuane. La rapina marmifera deve finire, la devastazione ambientale deve essere fermata, la proprietà e l’uso delle montagne devono essere pubblici. E’ l’ora di dire basta ai prenditori del marmo. Per queste ragioni il Fronte del Dissenso Lucca si unisce a tutte le iniziative di lotta e di resistenza in corso, lavorando per il rafforzamento e l’estensione di un movimento unitario che persegua con forza questi obiettivi”.