Al Ceser ‘Boline – robe sostenibili’ all’insegna dell’inclusione e per la crescita delle attività

26 febbraio 2025 | 20:47
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Al Ceser ‘Boline – robe sostenibili’ all’insegna dell’inclusione e per la crescita delle attività
Al Ceser ‘Boline – robe sostenibili’ all’insegna dell’inclusione e per la crescita delle attività
Al Ceser ‘Boline – robe sostenibili’ all’insegna dell’inclusione e per la crescita delle attività

Le novità all’interno del centro di Viareggio illustrate da Alessandro Campani e da tutti i dirigenti che collaborano ai servizi

Oggi (26 febbraio)Alessandro Campani, direttore della Zona distretto della Versilia, insieme a tutti i dirigenti e gli operatori che collaborano ai servizi, ha presentato le novità all’interno del centro Ceser di Viareggio per evidenziare la crescita della struttura e delle attività, all’insegna dell’inclusione, che vi vengono portate avanti.

Si tratta di Boline – robe sostenibili, un ambizioso e innovativo progetto, legato a tutto il territorio della Zona distretto della Versilia, che ha permesso di potenziare le attività esistenti al Ceser e di creare nuove attività, attraverso il connubio tra i servizi territoriali e le iniziative degli enti del terzo settore. L’obiettivo era quello di favorire l’integrazione sociale di persone con disturbi mentali, dipendenze, disabilità a rischio di esclusione sociale, spostando la centralità degli interventi dalla patologia alla persona e fornendo a ciascuno un percorso ad hoc che possa consentirgli di potenziare le proprie autonomie e sviluppare le proprie capacità. Utenti in carico passati da 70 a 160.

La presentazione del progetto

“Boline – ha spiegato Alessandro Campani – è un termine marinaresco, quindi legato alla Versilia, che ha un importante valore simbolico: è un’andatura che consente alla barca a vela di risalire il vento mantenendo un angolo rispetto al vento reale compreso fra i 60° e i 37°. Con la pratica, l’esperienza e le conoscenze è possibile imparare a navigare in bolina in modo efficiente e sicuro. Questa condizione particolare richiede però un maggiore sforzo fisico rispetto ad altre andature, perché le vele devono essere continuamente regolate per mantenere l’angolo ottimale. E’ lo stesso impegno costante che viene richiesto ai nostri operatori in questo centro, ma i risultati che stiamo raggiungendo ci ripagano del duro lavoro quotidiano”.

Conclude il direttore della Zona distretto della Versilia, “oggi facciamo un bilancio di un anno della struttura e il nuovo nome Boline – robe sostenibili e la sua nuova rappresentazione grafica costituiscono un risultato del lavoro fatto e un invito a proseguire su questa strada, aprendosi sempre di più anche all’esterno”.

Ha parlato poi del progetto Marica Ghiri, incarico di complessità organizzativa per la Versilia del Servizio sociale non autosufficienza e disabilità, “è importante il metodo di lavoro che stiamo portando avanti, partendo dalla progettazione e dalla concertazione per arrivare a una vera e propria co-progettazione. Questa nuova maniera di fare welfare è reso possibile dalla collaborazione tra la Zona e vari enti e soggetti del terzo settore, con una grande integrazione che riguarda gli utenti ma anche gli operatori, pienamente inseriti nei percorsi e in grado di seguire gli ospiti nelle attività concrete che qui si portano avanti ogni giorno”.

Prosegue l’intervento della Ghiri, “il nostro servizio rileva i bisogni a livello locale e poi cerca di venire incontro alle esigenze delle famiglie, sviluppando sempre più progetti individuali per le persone. I dati dimostrano che l’affluenza è raddoppiata e abbiamo fatto fronte a questo aumento di impegno anche con alcuni miglioramenti organizzativi. Portiamo inoltre avanti un confronto costante con i servizi territoriali della salute mentale, adulti e infanzia e adolescenza”.

I coordinatori di Fiore di Loto EtsValentina Landucci Raffaello Giannini hanno fatto il punto delle attività svolte, grazie a équipe multidisciplinari e laboratori: “La flessibilità – hanno sottolineato Landucci e Giannini, insieme a tutti gli altri operatori – è una delle caratteristiche principali di questo lavoro, con il pubblico che si interfaccia con terzo settore e con la comunità. Il consistente aumento degli utenti comporta un carico maggiore ma è anche un segnale che la struttura funziona e l’obiettivo è continuare a lavorare così, dando risposte anche alle fasce più giovani. Grazie all’unione d’intenti interveniamo infatti, sempre nell’ambito della salute mentale e della disabilità, rivolgendo la nostra attenzione anche ai minori. E’ un’organizzazione può essere d’esempio, non solo a livello locale, ed è in grado di venire incontro alle esigenze e alle sensibilità di ogni utente. Questo è ovviamente un aspetto che rende orgogliosi gli operatori impegnati ogni giorno sul campo”.

Nel centro di via dei Comparini vengono garantiti diversi percorsi: alcuni di carattere ludico motorio e riattivazione muscolare (palestra funzionale, ginnastica dolce, Afa, arti marziali, tiro con l’arco etc.); altri legati a formazione e orientamento propedeutico all’inserimento lavorativo (agricoltura sociale, cucina, sartoria e lavanderia, varie attività di artigianato e di riparazione); altri ancora per la formazione di volontari ed educatori rivolta anche a giovani al termine del percorso scolastico, con l’obiettivo di creare un volontariato professionalizzato. Si svolgono o sono previste anche varie ulteriori attività di socializzazione e collaborazioni con il sistema scolastico territoriale per creare canali di formazione e orientamento nei confronti di alunni fragili, attraverso percorsi inclusivi all’interno del Ceser.

Si tratta dunque di un modello innovativo, sia nell’approccio metodologico che nell’insieme delle attività proposte, che sta diventando un vero e proprio “hub inclusione”.