Il quarto corso sfila by night: tutti pazzi per il “Mostro” di Allegrucci

“Sic transit gloria mundi” di Carlo e Lorenzo Lombardi e “Balliamo sul mondo” di Roberto Vannucci sono comunque tra i preferiti
Un giovedì grasso by night, quello del quarto corso del Carnevale di Viareggio, con ospite Miss Italia, dove, prima del triplice scoppio del cannone, il Forum della Pace ha organizzato un flash mob, Mettete fiori nei vostri cannoni, e la consegna del Premio Funari, giornalaio dell’anno, assegnato alla giornalista Tiziana Panella, allo scrittore e alpinista Mauro Corona e al fumettista Mario Natangelo.
I carri, maestosi, illuminati di luci colorate, hanno sfilato sui viali a mare.
Tutti bellissimi, nessuno escluso, con temi importanti, anche se “passeggiando” tra la folla, e chiedendo quale potrebbe essere il vincitore tra le opere di prima categoria, in molti, moltissimi, prediligono Il Mostro ha paura, di Jacopo Allegrucci. Un’opera maestosa con al centro Frankenstein, protagonista del romanzo gotico e fantascientifico di Mary Shelley, con la quale il costruttore racconta il tema della diversità,per cercare di abbattere quel muro “che si intromette tra noi e la meraviglia dell’ignoto”, perché “ciò che rende il mondo bello è il fatto che siamo tutti diversi”.
Qualche “perplessità”, invece, tra gli spettatori del corso, sul carro, sempre di prima categoria, di Alessandro Avanzini Per una sana e robusta Costituzione, con al centro la premier Giorgia Meloni: “troppe musiche del ventennio”, il commento. Ma quest’opera racconta trent’anni di governi piùo meno colorati con la nascita della seconda Repubblica: dall’azzurro al rosso-stinto, dal giallo-rosso al giallo-verde, dal grigio fino al nero.
Molti applausi per La tempesta di Lebigre e Roger con la grande sciamana che spazzi via il male, il cui tema è “viviamo tempi turbolenti in una realtà complicata da guerre, povertà, con i diritti dei più deboli dimenticati e venduti a vantaggio del profitto di pochi e con un’economia folle e cannibale. E allora? Ci vorrebbe una bella Tempesta impertinente, colorata e potente che ci ridia lo slancio di un grande spirito”.
Sic transit gloria mundi di Carlo e Lorenzo Lombardi e Balliamo sul mondo di Roberto Vannucci sono comunque tra i preferiti. Il primo narra l’immaginaria elezione di una papessa come guida della chiesa cattolica. Pur trattandosi di una figura inesistente, questa narrazione, evocativa e provocatoria, serve a stimolare una riflessione profonda sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa di Roma. Sollecitando una nuova visione di inclusività e uguaglianza, mettendo in discussione le tradizioni secolari e aprendo la strada a una rinnovata inter- pretazione del ruolo femminile nella fede e nella governance ecclesiastica. Il secondo di una nuova generazione composta da coloro che una volta erano considerati an- ziani. Questi uomini e donne oggi sono moderni, desiderosi di godersi la vita, imparare, viaggiare e gestire il proprio tempo.