‘Primavera umanistica’, successo per il primo incontro con lo storico Gianluca Fulvetti



‘La sfida sul passato. Storia, memoria, oblii’ per indagare il rapporto tra storia e memoria con gli studenti dell’IIs Galilei-Artiglio
Rapporto tra storia, memoria pubblica e memoria individuale; ma anche il ruolo dello storico e i riflessi della storia sull’attualità: questi e molti altri temi sono stati toccati da Gianluca Fulvetti, stimato storico lucchese e docente di storia contemporanea all’università di Pisa, durante la conferenza La sfida sul passato. Storia, memoria, oblii, apertura del ciclo di incontri Primavera umanistica, organizzato dall’Istituto Galilei-Artiglio.
Il racconto di Fulvetti è circolare, parte da e si chiude con Civitella in Val di Chiana. Il paese, teatro di un eccidio nazifascista il 29 giugno del 1944, in risposta ad un maldestro attentato da parte di partigiani locali, fu l’epicentro di una forte retorica antipartigiana, conclusasi in pratica solo negli anni Duemila. A suggellare la pace tra le due fazioni la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 25 aprile 2024. In mezzo, il lavoro di numerosi storici, che hanno cercato di mettere assieme i pezzi: studiare una strage vuol dire analizzare la guerra, indagare le vittime e le loro reazioni, esaminare i partigiani ma anche i carnefici. Così facendo, si scoprono numerosi aspetti ancora, in parte, irrisolti: l’andamento della guerra, che muta nel corso degli anni; il complesso rapporto dell’Italia democratica con il passato fascista; i tentativi di fare giustizia, a partire dalla scoperta dell’armadio della vergogna, e la consapevolezza che la storia sta dentro la memoria pubblica sempre in virtù di una scelta, con le difficoltà e gli errori del caso.
“Bisogna guardare con grande attenzione al rapporto tra storia e memoria pubblica – insiste Fulvetti – Si pensi ad alcune giornate istituite per legge: non solo le festività (25 aprile, 2 giugno), ma date come il 27 gennaio e il 10 febbraio, cui se ne sono aggiunte molte altre. Un terreno piuttosto scivoloso, perché se è il parlamento che decide cosa ricordarsi, questo vuol dire che è una maggioranza politica a farlo. Caso recente è l’approvazione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, istituita con la legge numero 44 del 5 maggio 2022, su proposta della Lega e accolta dall’allora maggioranza. Non solo il 26 gennaio è prossimo alla Giornata della memoria e, secondo alcuni, tende ad oscurarla; il problema è che la data ricorda la Battaglia di Nikolaevka, scontro feroce tra truppe nazifasciste ed esercito sovietico. Per quanto gli Alpini, parte integrante dell’Armir, abbiano combattuto valorosamente, essi facevano parte di un esercito di occupazione, macchiatosi di reati contro i civili e della deportazione di ebrei nei campi di sterminio”.
“Il problema fondamentale – sottolinea Fulvetti, è che vige la tendenza a dipingere la memoria individuale, o comunque quella di una comunità ristretta, e quindi parziale, come la realtà dei fatti, la verità storica in toto. Lo si fa con i carnefici che diventano vittime, ma lo si fa anche con esempi positivi diventati addirittura dei veri e propri miti: è il caso di Gino Bartali, spesso portato come esempio di esponente di una rete clandestina atta a salvare persone di fede ebraica. La mancanza di fonti rende quantomeno lecito il dubbio che il ciclista avesse davvero un ruolo attivo nel contesto; nondimeno, guai a toccare una figura ormai assurta a esempio di rettitudine morale, capace di unire tutti gli schieramenti politici, a differenza della Resistenza armata”.
“Il lavoro dello storico – conclude il professor Fulvetti – sta nel rendere conto della complessità degli eventi, chiarire che una visione binaria del fenomeno storico non è né una rappresentazione veritiera di ciò che è stato, né una base da cui partire per costruire il futuro di una comunità. Un problema al contempo epistemologico e pratico”.
Il prossimo appuntamento è previsto per martedì 18 marzo, sempre a Villa Paolina alle 15,30. L’ospite del secondo incontro sarà il professor Alberto Casadei, dell’università di Pisa, con una relazione dal titolo Il libro della memoria in Dante e in altri autori tra Medioevo e Rinascimento.
Anche questa conferenza sarà a ingresso libero e aperta alla cittadinanza.