Social network: cosa sono, come funzionano e come evitare gli inganni della rete

4 giugno 2022 | 12:59
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Social network: cosa sono, come funzionano e come evitare gli inganni della rete

Nuova puntata del glossario di Francesco Palmieri sulla galassia del web: occhio a fake news e profili falsi

Riprendiamo il nostro glossario esplorando il mondo Social. Partiamo proprio da questo termine.

Social Network

Le “piattaforme sociali” sono “luoghi virtuali”, accessibili dalla Rete, in cui gli utenti si incontrano e stringono relazioni con altri utenti, formando reti sociali altrimenti dette Community.

Realizzati con programmi e codici complessi, i Social consentono di condividere qualunque tipo di contenuto: immagini, testi, video, file audio… Per ogni condivisione sono possibili diverse interazioni sotto forma di commenti o reazioni tramite icone o Gif.

L’accesso ai social è, in genere, libero e gratuito. Per utilizzarli occorre registrarsi e accedere digitando account e password. L’account è legato a un indirizzo di posta elettronica.

I primi Social nascono alla fine degli anni Novanta, ma è dalla metà degli anni 2000 che si diffondo capillarmente in tutto il mondo, soprattutto grazie all’avvento dello Smartphone che permette a chiunque di essere permanentemente online, ovunque si trovi.

I social sono diventati pervasivi e totalizzanti, tanto che molti sviluppano una dipendenza psicologica nei confronti di queste piattaforme e, comunque, quasi nessuno è immune dal loro influsso. Li utilizziamo tutti e siamo al loro interno per diverse ore al giorno, tutti i giorni.

Come funzionano i social

I social sono numerosi e, a fronte di caratteristiche simili, presentano anche notevoli differenze tra di loro.

Due degli scopi comuni a tutti sono: l’aumento della permanenza degli utenti al loro interno; l’acquisizione di quanti più dati possibili relativi agli utenti.

Per riuscire nell’intento, i tecnici creano in continuazione algoritmi tesi a proporci contenuti basati sui nostri interessi. Insomma, tendono a mostrarci solo roba che ci piace o su cui siamo d’accordo.

Questo sforzo tecnico ed economico, si giustifica se pensiamo che i due scopi su esposti sono insiti nel core business delle piattaforme.

I social network, infatti, sono creati da società a scopo di lucro, non da enti benefici. Il fatto che siano a uso gratuito, non significa che ciascuno di noi non paghi un prezzo per il loro utilizzo. E il prezzo non si paga sempre in denaro.

Del resto, vi siete mai chiesti cosa ci sia dietro a piattaforme come Instagram o Tik Tok? Come possano ospitare milioni di utenti nello stesso momento, come possano far circolare migliaia di terabyte nello stesso istante, senza che il sistema collassi su se stesso?

Pensateci. Sistemi nati dall’idea di poche persone, adesso si reggono sul lavoro costante di migliaia di collaboratori in tutto il mondo. Progetti elaborati su un singolo computer, adesso occupano migliaia di server sparsi per l’intero pianeta.

Direttamente e indirettamente, i social network danno lavoro a decine di migliaia di persone, solo per continuare a funzionare. Non contiamo poi, creator e influencer

Insomma, i social costano e i soldi devono pur arrivare da qualche parte. Quella parte, siamo noi utenti. Ci torneremo più avanti.

Contenuti e condivisioni

I social si basano sulla condivisione di contenuti. Pensieri, esperienze, sensazioni, sfoghi, messaggi, comunicati, espressioni artistiche o satiriche… ogni cosa che abbiamo voglia di esternare, può essere pubblicata e condivisa su una piattaforma sociale, basta essere iscritti e aver eseguito il login per entrare nel proprio profilo e condividere foto, video, testi, immagini, podcast… tutto, insomma.

Possiamo condividere contenuti creati da noi oppure quelli pubblicati da altri, che ci colpiscono particolarmente.
Possiamo dimostrare in molti modi che ci piace un contenuto altrui: condividendolo, come già detto, o lasciando un’emoticon, o postando un commento.

Con le condivisioni, contribuiamo alla diffusione di un contenuto e alla conoscenza di chi lo ha creato. Più si allarga la cerchia di chi segue il profilo e ne condivide i contenuti, più quel profilo diventa autorevole e sarà visibile anche a utenti estranei.

Sui social possiamo fare amicizia, seguire altri profili, leggere quotidiani, rimanere aggiornati sugli argomenti che ci interessano e… essere buggerati, raggirati, ingannati da false notizie, balle clamorose, bugie senza senso.

Anche le “amicizie” che facciamo non sono sempre vere: molti profili sono falsi, creati apposta per carpire dati e informazioni e/o per diffondere notizie false.

Fake news e profili falsi

Quelli delle fake news (notizie false) e dei profili falsi sono fenomeni particolarmente insidiosi, perché tesi a disinformare, a manipolare persone e opinioni, a guidare decisioni anche importanti sulla base di informazioni false.

Negli ultimi anni, il problema si è diffuso a macchia d’olio, coinvolgendo molte sfere di azione e di sapere; politica e scienza medica sono le più colpite, basti pensare alle vicende di Capitol Hill (ma prima ancora alle elezioni presidenziali in Usa) e alle polemiche sul virus e sui vaccini.

Migliaia di profili creati ad hoc (soprattutto su Twitter e Facebook), hanno creato ad arte tonnellate di bugie diffuse da utenti che, in buona o in cattiva fede, ne hanno decretato la pervasività e il successo, ammantandole di credibilità.

Migliaia di profili troll si sono poi incaricati di spegnere ogni tentativo di approfondimento o dibattito, scatenando strumentalmente polemiche e flame.

Meno si pensa meglio è, più si sollecitano paura e rabbia meno funziona il raziocinio.

La velocità e la difficoltà di approfondire insite nel funzionamento dei social, sono caratteristiche adattissime alla diffusione di falsi, ma non è l’unico problema.

Le prossime voci del glossario

Nei prossimi articoli, approfondiremo i significati dei vari termini che abbiamo usato in questo articolo (Troll, Flame, Follower, Profili, Pagine, Creator, Influencer…).

Esploreremo anche i modi diversi in cui funzionano i social e come fanno a monetizzare; quali vantaggi e quali svantaggi ci sono dietro il loro utilizzo, quali pericoli e quali precauzioni adottare per preservare la sicurezza dei nostri dati e la necessità di essere correttamente informati.
A presto, dunque.

Francesco Palmieri
Consulente SEO e Content Strategist
Per contatti:
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