Marchetti: “Divisioni? Centrodestra unito fa paura”

22 settembre 2015 | 14:14
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Marchetti: “Divisioni? Centrodestra unito fa paura”

Il sindaco di Altopascio, Maurizio Marchetti, neoconsigliere provinciale, interviene a commento dell’articolo Provinciali, ma quale unità. Tutti i retroscena del voto a firma del nostro direttore Enrico Pace.

Ecco il testo integrale dell’intervento
Pur apprezzando molto il lavoro di informazione che state facendo, non mi trova d’accordo l’analisi contenuta nel testo sui retroscena del voto provinciale. Intanto è bene specificare che qui non si tratta di preferenze, visto che il voto è ponderato, e che a votare sono consiglieri comunali e sindaci. Quindi i risultati vanno soppesati sotto diversi profili, perchè hanno un peso molto diverso.
Sono sicuro che vedere un centrodestra che comincia a muoversi con una rinnovata unità e coesione, che elabora strategie e intercetta consensi disturba tutti quelli vorrebbero mantenere lo status quo lucchese. Per questo fa comodo parlare di divisioni, guerre intestine e via dicendo. Niente di tutto questo. Da coordinatore provinciale ho molto apprezzato il lavoro di Riccardo Giannoni che per primo ha affrontato seriamente la questione delle votazioni, raccogliendo le firme e compilando la lista. Giannoni, che faceva parte parte del coordinamento provinciale di Forza Italia prima del commissariamento, meritava spazio per la sua capacità e impegno e per questo ci siamo trovati d’accordo nel non pestarsi i piedi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: entrambi siamo passati. Il sottoscritto, fra l’altro, unico sindaco a metterci la faccia, oltre a Giannini che va ringraziato per essersi reso disponibile a fare il candidato a presidente pur sapendo di non avere possibilità. Lo stesso non può dire, ad esempio, per il sindaco renziano di Camaiore Del Dotto.
Scrivere che questo risultato significa per me porte in faccia alle elezioni comunali è l’evidenza di come la sinistra lucchese e chi ne interpreta il pensiero abbia paura del nostro dinamismo e della nostra capacità di sintonizzarci con le necessità e i bisogni dei cittadini.
Non ho mai detto che voglio fare il sindaco di Lucca, anche se certamente confermo di essere a disposizione per candidarmi, se necessario.
Purtroppo per la sinistra lucchese e i suoi cantori, voglio aprire una fase nuova nella politica del centrodestra che prima di Lucca ha altri importanti appuntamenti elettorali da affrontare. Per questo domani (23 settembre, ndr) è previsto un primo appuntamento ufficiale fra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega per parlare di futuro. Poi ci sarà spazio per tutta la galassia delle liste civiche e movimenti che si riconoscono nel centrodestra oppure non si riconoscono più nel centrosinistra.
Sminuire tutta questa energia, tutte queste aspettative, tutte queste idee a una contrapposizione fra me e Riccardo Giannoni, che non c’è nè ci potrà mai essere vista la stima che ho per lui, è troppo limitativo anche per chi, parlo in generale, vede i fatti con la lente deformante dell’appartenenza politica.

Risponde il direttore Enrico Pace
Tutte le opinioni, le interpretazioni e i commenti, lo abbiamo dimostrato dalla nostra nascita, nel settembre di tre anni fa, hanno sempre trovato spazio sulla nostra testata. Definirci, se pur velatamente, giornalisti di “area” non è solo ingeneroso ma profondamente sbagliato. I cantori sono altrove, non è difficile ritrovarne le tracce. Che sia per potere o che sia per denaro.
Detto questo confermo l’interpretazione data nel testo commentato: non è tutto oro quello che luccica. Nel centrodestra come nel Pd. C’è chi ha brindato, insomma, in senso figurato, per l’esito elettorale “di secondo grado”. Perché pensa di poterlo utilizzare come “arma” nella prossima fase politica, e questo in entrambi gli schieramenti politici.
Il tutto senza tener conto dell’opinione più importante, quella degli elettori. E l’augurio, a Marchetti come a tutti i futuri possibili candidati nei diversi appuntamenti elettorali a venire, è di conquistare il miglior consenso possibile da chi si reca alle urne non per strategie o per appartenenza, ma per scegliere la miglior guida per il proprio comune, la propria regione o per il paese.